Il numero 1 al mondo non si aspettava il ricorso, ma resta sereno: «Sono convinto che risulterò innocente»
«Forse vogliono solo assicurarsi che tutto sia nella posizione giusta».
PECHINO - Da una parte il match contro il russo Safiullin - sconfitto in rimonta al terzo set - dall’altra il nuovo spinoso capitolo legato al caso Clostebol. Giornata intensa per Jannik Sinner, che a Pechino si stava giocando il pass per i quarti di finale, quando - contemporaneamente - veniva resa pubblica la decisione del ricorso della Wada, che si appella al TAS di Losanna e chiede 1-2 anni di stop.
Un fulmine a ciel sereno per il numero 1 al mondo, benché - conoscendo la scrupolosità dell’Agenzia Mondiale Antidoping - era lecito aspettarsi questo esito.
«Sono molto sorpreso e deluso, ma non possiamo controllare tutto, no? - ha commentato Sinner nella conferenza stampa a margine dell’incontro con Safiullin - Sono sorpreso perché abbiamo già avuto tre perizie. Tutte e tre sono state a mio favore. A dire il vero non me l'aspettavo, ma sono convinto che risulterò innocente. Ho saputo un paio di giorni fa che avrebbero fatto appello e che oggi sarebbe diventato ufficiale, quindi...».
Torna dunque ad alimentarsi un caso che potrebbe condizionare anche le sue prestazioni in campo. «Ma sì, è una sorpresa, ma parliamo sempre della stessa cosa. Forse vogliono solo assicurarsi che tutto sia nella posizione giusta», ha tagliato corto il 23enne.