«È unidimensionale»
«Alcaraz non è inferiore a Djokovic, Nadal e Federer».
PARIGI - Pronto a tornare in campo per provare l’ultimo Masters 1000 dell’anno, quello di Parigi-Bercy, Jannik Sinner sta dividendosi tra interviste e ospitate. Sta dividendosi tra applausi, pacche sulle spalle e… anche critiche. Già perché, pur capace di dimostrare a ripetizione grandi qualità e fin qui protagonista di una stagione eccezionale, l’italiano è stato “depotenziato” da Yevgeny Kafelnikov, che nei suoi confronti ha usato parole amare.
Grande negli anni ‘90 del secolo scorso e a inizio millennio (due Slam vinti in singolare e quattro in doppio, un oro olimpico e sei settimane da re della classifica ATP), il russo ha criticato il gioco dell’azzurro, definito «Stupidamente progettato per colpire».
Varietà di colpi e imprevedibilità? Secondo il 50enne nativo di Soci, Sinner non ha nulla di tutto ciò. «È unidimensionale - ha spiegato - è una versione modificata dello slovacco Dominik Hrbaty (mai una finale di Slam, miglior classifica, sesto posto, ndr) e dello svedese Thomas Johansson (padrone degli Australian Open 2002 e “7” come best ranking, ndr). È come loro, solo più moderno. Djokovic ha invece un arsenale più ampio: può giocare e variare sia in attacco che in difesa. Pure Alcaraz è meglio dell’italiano: penso che in termini di potenzialità e di talento non sia per nulla inferiore a Djokovic, Nadal e Federer. Sinner invece non c’entra nulla».