L'ex sciatore italiano Paolo De Chiesa nutre molti dubbi circa la reale dinamica dell'incidente sugli sci costato la vita alla 19enne
BOLZANO - A poco più di due settimane dall'accaduto, la morte di Matilde Lorenzi continua a far discutere. La 19enne, giovane promessa dello sci italiano, aveva perso la vita a causa di una caduta nel corso di un allenamento che stava svolgendo sulla pista Grawand della val Senales.
Sull'esatta dinamica dell'incidente i carabinieri avevano compiuto una serie di accertamenti disposti dalla procura di Bolzano prima di giungere alle conclusioni, nel giro di qualche ora, che non vi fosse alcuna responsabilità penale per l'accaduto.
Un modo di agire che non ha convinto per nulla l'ex sciatore italiano Paolo De Chiesa, oggi commentatore tecnico per la Rai: «Gli allenatori e la commissione medica hanno sostenuto che Matilde si sia provocata queste gravissime lesioni cadendo di faccia sul ghiaccio - le parole del 68enne affidate a un video pubblicato su Instagram - Io a questo riguardo nutro qualche dubbio, perché, se così fosse, lo sci sarebbe un cimitero a cielo aperto. Oltretutto non c’è un’autopsia che possa avvalorare o confutare questa ipotesi. Io credo, invece, che ci si possa fare così male quando si finisce contro un ostacolo, quando si subisce un impatto violentissimo. Come quello che è successo a Matilde. Questo caso, secondo me, ha ancora molti lati oscuri. Ci sono molti punti interrogativi. Sarete d'accordo con me che questa tragedia sia stata liquidata in quattro e quattro otto, con una fretta e un'impazienza che definire sospette è riduttivo. Oltretutto sotto una cortina omertosa di silenzi e mezze verità inquietanti».