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TENNISCaso-Clostebol, ora anche Karen Moorhouse spaventa Sinner

08.01.25 - 18:32
La CEO dell’ITIA, agenzia che aveva assolto il campione, ha fatto il punto sul ricorso inoltrato dalla WADA
Imago
Caso-Clostebol, ora anche Karen Moorhouse spaventa Sinner
La CEO dell’ITIA, agenzia che aveva assolto il campione, ha fatto il punto sul ricorso inoltrato dalla WADA
«Il Tribunale Indipendente aveva ritenuto che Sinner non avesse alcuna colpa. La WADA contesta proprio questo».
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MELBOURNE - Se il focus di Jannik Sinner è già indirizzato al 100% sugli ormai imminenti Australian Open, a pochi giorni dall’inizio del torneo rimbalzano parole forti a proposito della nota vicenda-Clostebol, vera e propria "spada di Damocle" che pende ancora sulla testa dell’altoatesino.

Parole forti, dicevamo, poiché pronunciate non da un “signor nessuno”, ma da Karen Moorhouse, la CEO dell'International Tennis Integrity Agency. Ovvero la numero uno dell’ITIA, agenzia che aveva assolto il numero 1 al mondo parlando di assunzione involontaria dovuta a una leggerezza del suo fisioterapista (poi allontanato).

Lo step successivo era stato il ricordo della WADA al TAS - la decisione dovrebbe arrivare in primavera - e ora gli scenari sono molteplici. Nel concreto la Moorhouse ha confermato come Sinner rischi seriamente da uno a due anni di stop nel caso in cui il ricorso venga accettato. Ipotesi che, stando alle previsioni, è tutt’altro che impossibile.

«Se risulti positivo a una sostanza vietata, il punto di partenza per una squalifica è di quattro anni - ha sottolineato Karen Moorhouse in un'intervista al sito “tennis365” - Se si può dimostrare che non sia stato intenzionale, la pena si riduce a due anni. A questo punto si devono poi fare delle differenziazioni. Nel caso di Swiatek parliamo di un prodotto contaminato (un medicinale, ndr), mentre in quello di Sinner c’è una complicazione. Il suo è un prodotto non contaminato, in quanto il fisioterapista ha usato sul suo dito il prodotto in questione che conteneva il principio attivo dopante. Per questo, l’intervallo della squalifica andrebbe da uno a due anni».

Parole che spaventano i fan del fortissimo azzurro. «So che la WADA ha affermato che il motivo del ricorso si concentra sul fatto che il giocatore possa avere una responsabilità, riferendosi all’articolo in cui si parla di “nessuna colpa o negligenza significativa”. Il Tribunale Indipendente di primo grado aveva ritenuto che Sinner non avesse alcuna colpa o negligenza, avendo usato la massima cautela possibile. L’Agenzia mondiale antidoping contesta ciò».

Insomma per Sinner la situazione non sembra volgere propriamente al meglio. Un’ipotesi, non impossibile e già avanzata dagli esperti, potrebbe essere un accordo tra le parti.

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