Anche Stan Wawrinka, molto duro, si è fatto sentire sui social dopo la notizia della squalifica per 3 mesi del numero uno al mondo
Intanto lo stesso Sinner ha spiegato la dinamica dell'intesa trovata con la Wada. «Questo caso incombeva su di me ormai da quasi un anno, su questa base ho accettato l'offerta». L’agenzia antidoping: «Non voleva imbrogliare».
MONTE CARLO - Risultato positivo al Clostebol nel marzo 2024, Jannik Sinner conosce ora il suo destino e dovrà scontare 3 mesi di stop. Il numero 1 al mondo ha infatti trovato con la Wada un accordo per la risoluzione del caso, accettando un periodo di inattività per la violazione delle regole antidoping.
Questi sono i dati concreti, con l’altoatesino che, da una parte, può tirare un sospiro di sollievo e prepararsi a voltare pagina, iniziando a pianificare con maggior serenità il resto dell’annata agonistica. Salterà Doha, Indian Wells, Miami, Montecarlo e Madrid, ma tornerà in tempo per il Roland Garros, secondo Major del 2025.
«Questo caso pendeva su di me ormai da quasi un anno e il processo ancora aveva un tempo lungo, con una decisione che forse sarebbe arrivata solo alla fine del 2025 - ha sottolineato Jannik Sinner - Ho sempre accettato di essere responsabile della mia squadra e ritengo che le rigide regole della Wada siano una protezione importante per lo sport che amo», ha aggiunto con maturità il numero 1 al mondo. «Su questa base ho accettato l'offerta della Wada di risolvere il presente procedimento sulla base di una sanzione di tre mesi».
Un accordo che ha fatto rumore suscitando molteplici reazioni. Tra queste non poteva mancare quella di Nick Kyrgios. «Ovviamente il team di Sinner ha fatto tutto il possibile per accordarsi e accettare una squalifica di 3 mesi, senza titoli persi, senza premi in denaro persi. Colpevole o no? Triste giorno per il tennis. L’equità non esiste».
Tra le più dure - e questa sì fa notizia - c’è anche quella del rossocrociato Stan Wawrinka, che si è fatto sentire sui social: «Non credo più in uno sport pulito…», ha tuonato Iron Stan, uomo dai 3 Slam in bacheca.
In difesa di Sinner è invece intervenuto lo spagnolo Feliciano Lopez, che ha risposto all'ex rivale ed amico losannese: «Io ci credo Stan. È chiarissimo che non abbia fatto nulla per migliorare le sue prestazioni, è stato provato. Si è preso la piena responsabilità per errori di altri e di conseguenza i 3 mesi di sospensione. Uno stop più lungo avrebbe reso lo sport più pulito? Non penso».
Durissime sono state invece anche le parole dell'ex tennista Evgenij Kafelnikov: «Se giocassi ancora, ogni qualvolta mi trovassi davanti Sinner mi rifiuterei di scendere in campo, non importa se è il primo turno o la finale. Ma temo che nessuno avrà il coraggio di farlo. La Wada è un'organizzazione sporca, se ti accordi con loro è perché sai d'essere colpevole».
Intanto proprio la Wada, nella sua nota, ha precisato alcuni aspetti importanti, sottolineando di aver riconosciuto che Sinner «non ha avuto intenzione di imbrogliare e che la sua esposizione al clostebol - avvenuta a sua insaputa a causa della negligenza dei membri del suo entourage - non ha fornito alcun beneficio in termini di miglioramento delle prestazioni. Tuttavia, secondo il Codice e in virtù dei precedenti del Cas, un atleta è responsabile della negligenza del suo entourage. Sulla base dei fatti unici di questo caso, una sospensione di tre mesi è considerata appropriata».