Novak Djokovic ha detto la sua in merito all'affare Sinner: «Lui innocente, ma...»
Il portavoce dell’Agenzia Mondiale Antidoping James Fitzgerald: «L'articolo 10.8.2 è stato utilizzato tante volte...».
BELGRADO - La vicenda legata a Jannik Sinner continua a far discutere. Tutti (o quasi) in queste ore stanno esprimendo la propria idea in merito all'accordo raggiunto fra la Wada e l'italiano, che sarà out dal circuito per tre mesi.
Non poteva certo mancare l'opinione di Novak Djokovic, colui che - dopo i ritiri di Federer e Nadal - ha maggior esperienza nel circuito. «Ho parlato con diversi giocatori, non soltanto negli ultimi giorni ma anche nei mesi precedenti - ha dichiarato il serbo, da oggi impegnato al torneo di Doha - La maggior parte di loro non è soddisfatta di come si sia svolto l’intero processo e non ritengono sia giusto. Molti di loro credono che ci siano stati dei favoritismi».
Più sei forte, più conti e più hai la possibilità di essere trattato in maniera soft? «Sembra quasi che tu possa influenzare il risultato se sei un top player e se hai accesso ai migliori avvocati. Sinner e Swiatek sono innocenti, come è stato dimostrato. Sinner avrà una sospensione per tre mesi a causa di alcuni errori e della negligenza di alcuni membri del suo team, che stanno però lavorando nel Tour. Anche questo è qualcosa che personalmente e molti altri giocatori troviamo strano. Abbiamo visto i casi di Simona Halep e Tara Moore, e altri giocatori forse meno conosciuti, che hanno avuto difficoltà per anni per risolvere i loro casi, o che sono stati sospesi a lungo. Penso che sia giunto davvero il momento di fare qualcosa e affrontare il sistema, perché è chiaro che così la struttura non funziona».
Nel frattempo il portavoce dell’Agenzia Mondiale Antidoping, James Fitzgerald, ha spiegato a La Stampa i motivi dell'accordo fra le parti. «Una delle funzioni principali dell'articolo 10.8.2 è garantire che i casi unici che non rientrano esattamente nel quadro sanzionatorio possano essere giudicati in modo appropriato ed equo, a condizione che tutte le parti e la Wada siano d’accordo. L’articolo consente un’ulteriore riduzione del periodo di sospensione in base al livello di gravità della specifica violazione, nonché al fatto che l’atleta abbia ammesso la violazione. La disposizione è stata utilizzata decine di volte, nelle migliaia di casi giudicati dall'entrata in vigore del Codice nel 2021».