I partenopei, già in palla, potrebbero fare a fette la Vecchia Signora.
Sarri contro Rino e il loro gioco “rallentato” dal lunghissimo stop. Chi la spunterà in Coppa Italia?
ROMA - I campionissimi bianconeri, da quest’anno impegnatisi a giocar bene, o gli altalenanti partenopei, protagonisti di una stagione caratterizzata da un cambio di tecnico? In condizioni normali, la finale di Coppa Italia avrebbe avuto una squadra favoritissima e l’altra (quasi) costretta a recitare da comprimaria. In questo 2020, però, di normale non c’è nulla. E dopo tre mesi di stop Juventus e Napoli, di fronte nella finale del torneo, non ricopriranno ruoli precisi.
«Intanto cominciamo a sottolineare il grande valore del trofeo - ci ha interrotti Arno Rossini - In passato non sempre la Coppa è stata apprezzata fino in fondo. Ma ora, dopo tre mesi di digiuno assoluto, ha un sapore dolcissimo. Chi la vincerà farà festa grande».
Chi la vincerà?
«Il mio favorito è il Napoli».
Nonostante Sarri, nonostante Ronaldo, Dybala, Chiellini e tutti gli altri?
«Normalmente una finale è una lotteria. Questa è una lotteria doppia. Penso che alla fine la spunteranno i partenopei, li vedo caratterialmente e fisicamente più pronti».
La Juve deve ancora “ritrovarsi”?
«La rosa bianconera è ricca di qualità ma ha pure molti più chilogrammi rispetto a quella del Napoli. E sono di sicuro i giocatori brevilinei e leggeri quelli usciti meglio dalla pausa. Penso a Insigne, a Mertens… questi, con le loro accelerazioni, possono mettere in grandissima difficoltà la difesa rivale. La Juve gira intorno a Ronaldo. E Ronaldo, con tutti i suoi muscoli, ha bisogno di tempo per trovare una buona condizione».
La Vecchia Signora è più forte sulle palle ferme.
«Vero. Le servirà l’episodio però. E dovrà essere in grado di sfruttarlo. Perché in quanto a gioco…».
Non ti convince quello di Sarri?
«Moltissimo. Le sue squadre sono spesso quelle che, in Italia, giocano meglio. Il problema è che al mister serve tempo per far assimilare le sue idee. E i mesi di nulla non sono certo stati d’aiuto. Gattuso propone un gioco più semplice ed efficace. Sicuramente più adatto al momento e all’occasione».
Chi vince resta, chi perde se ne va (a fine anno)?
«Sarri rischia: per rimanere a Torino deve portare dei risultati. Rino non so. Credo che a Napoli stia bene e stia facendo bene. È in sintonia con i suoi ragazzi, per i quali è un allenatore, un compagno e un fratello, e con la piazza, che ama la sua spontaneità e sincerità. Lui è un uomo vero e se ne sono accorti».
Qui ci si divide. È o meno un grande allenatore?
«Sa cementare i gruppi e tirare fuori il meglio dai giocatori. Forse non proporrà ghirigori, ma è intelligente e sa ascoltare lo staff. Secondo me diventerà un ottimo mister».
Non lavora quindi per la sua carriera da calciatore?
«Perché ha vinto tanto? Perché è stato campione del mondo? Sei campione del mondo per i primi due anni, poi diventi un normalissimo allenatore sotto pressione. Lui è bravo e il Napoli potrebbe essere il suo trampolino di lancio».