Totalmente in balia dell'onda Covid, la SFL improvvisa soluzioni per finire il campionato. La parola a Marco Degennaro.
Il rinvio "last minute" di Xamax-Sion, delicatissimo scontro-salvezza, è il secondo brusco stop per i vallesani: «Impreparati su tutto, mi sembra quasi impossibile».
SION - Piani rivelatisi fragilissimi e idee confuse. Con questo mix tutt'altro che invidiabile va avanti la Super League, tornata bruscamente in balia dell'onda Covid dopo i casi emersi in casa Zurigo e Neuchâtel. L'ultima decisione, doverosa e presa per permettere al medico cantonale neocastellano di completare la sua inchiesta volta ad escludere altri contagi tra le fila dello Xamax, ha però provocato un nuovo primo scossone al calendario. La delicatissima sfida-salvezza tra i rossoneri e il Sion, già stoppato lo scorso weekend quando avrebbe dovuto affrontare lo Zurigo, è infatti slittata di 24 ore e non si possono escludere altri colpi di scena.
«In questo momento, ad essere sincero, sarebbe più facile interpretare un testo in sanscrito piuttosto che le idee della Federazione», esordisce con l'immancabile gentilezza e voglia di sdrammatizzare Marco Degennaro, direttore generale del Sion.
Scherzi a parte, l'impressione è che si brancoli nel buio...
«Sì... è difficile capire dove si vuole arrivare. Noi, in questo momento, abbiamo la squadra a Neuchâtel e abbiamo appena scoperto che non giochiamo. Forse si giocherà domani alle 18.15. Ci stiamo organizzando a livello logistico per rimanere un altro giorno in hotel. Il tutto senza pensare che sabato dovremmo poi ospitare il Lugano. Mi immagino che anche quella sfida rischi di slittare, ma pure i bianconeri si saranno già organizzati per venire e alloggiare a Sion. Mi sembra una situazione assurda e sono allibito, considerando che il punto chiave dovrebbe essere la salute. Ci sono giocatori contagiati che potrebbero infettarne altri, ma siamo ancora qui a parlare di finire il campionato».
Insomma ci si è fatti trovare impreparati, mantenendo pure le retrocessioni...
«Impreparati su tutto. Mi sembra quasi impossibile. Bellissimo vedere i giovani dello Zurigo lottare con tutte le loro forze, ma è difficile pensare che il campionato non venga falsato. Mi sembra che si stia un po' esagerando, con una presa di posizione ottusa. Il San Gallo, tanto per dire, due settimane fa ha perso 4-0 dallo Zurigo...».
La posizione del Sion, contrario alla ripresa, è sempre stata chiarissima.
«Lo siamo stati fin dall'inizio. Poi si è deciso di ripartire e va bene, ma a condizioni eque. Adesso, pensando al nostro calendario, giocheremo ogni 2 giorni. Mi sembra fuori da ogni logica. Sempre che tutto vada bene, perché altri casi non si possono escludere. Ogni giorno c'è qualcosa di nuovo. Chi di dovere sta perdendo la faccia per mancanza di leadership e competenza».
E adesso? Dovrebbero avere il coraggio di fermarsi qui?
«Certo. Per me sì. O ci si ferma, o si fanno test a tappeto. Al limite dopo ci si ferma, ma i controlli vanno fatti. È così in tutte le Federazioni europee, con esami ogni 4 giorni. Pure nella Serie C italiana - non la A... - funziona così. Adesso, da noi, ci sono giocatori che dicono "Domani non giochiamo con lo Xamax". Ma attenzione... anche a Neuchâtel c'è chi non vuole giocare. Tutti hanno una famiglia. Senza contare che, dal lato sportivo, si tratterebbe di una partita vitale».
Se fin dall'inizio si fosse deciso di allargare il campionato a 12, perlomeno si poteva evitare qualche problema.
«Esattamente. Poi si poteva cercare di finire il campionato, ma almeno si scongiuravano situazioni come questa. Vuoi assegnare il titolo? Prendi le prime 4 e fai dei playoff. Riduci contatti e spostamenti. Insomma riduci i rischi. Ma così... sono senza parole».