Scelte uniformi a livello sanitario per difendere il pallone? «Responsabili i medici cantonali».
Salute o economia? A Berna vanno dritti per la loro strada.
BERNA - La SFL ci ha provato: si è rivolta alle autorità sanitarie per cercare di far riscrivere un protocollo al momento estremamente penalizzante per lo sport. Il “uno positivo, tutti in quarantena” quasi sempre rispettato dai medici cantonali - il “nostro” Merlani è uno dei pochi a tendere una mano ai club - è infatti fin qui stato drammatico per i campionati, che in poche settimane hanno perso per strada decine di partite. La regolarità? Evaporata. Gli accordi con sponsor e tv? Scricchiolanti. Da qui l’accelerata piazzata dai dirigenti che occupano gli uffici a Muri. La pubblica richiesta di Schäfer&Co rischia però di rimanere solo un documento da archiviare. Da noi interpellato, l’Ufficio federale della sanità pubblica è infatti sembrato ben poco propenso a tendere la mano allo sport. Una modifica al protocollo? «Secondo la legge sulle epidemie, i Cantoni sono responsabili delle misure di quarantena. Sono loro quelli che possono meglio valutare le diverse situazioni e il loro sviluppo». Nessuna parola fuori posto, nessuna sorpresa. A Berna hanno però anche aggiunto un poco edificante: «Dal punto di vista dell'UFSP, per evitare di essere messi in quarantena, i giocatori professionisti dovrebbero evitare contatti stretti al di fuori della loro squadra». Facile solo a dirsi. È infatti davvero difficile pensare che, per mesi, un atleta azzeri i contatti estranei all’ambiente sportivo. La bolla ermetica in stile NBA funziona se pensata per un periodo di tempo limitato, non certo per tutta la stagione.
Ci si deve dunque arrendere all’idea di una stagione spezzettata, per nulla regolare e drammaticamente pesante per le finanze dei club, già privati degli introiti derivanti da biglietteria e gastro? Dall’UFSP non hanno chiuso la porta a doppia mandata: uno spiraglio è stato lasciato. Rivedere il protocollo? «Le misure ora attive vengono continuamente valutate. Se necessario saranno adattate». Se necessario, come se non fosse una priorità.