L’impresa sfiorata con il Real, «Dimostra che nulla è impossibile».
Buffon tra passato, presente e futuro.
TORINO - Quarantadue anni e (quasi) non sentirli. Nel weekend della sfida al “suo” Parma, il club con il quale ha debuttato in Serie A nel millennio scorso, Gigi Buffon si è confessato all’Equipe, parlando della sua lunga carriera e di una fine che ancora non vede. Il campione italiano ha ricordato il debutto contro il Milan di Baggio e Weah (era il 1995 e terminò 0-0). «Fu il coronamento di un sogno. All’epoca la pressione non la sentivo, oggi invece la cerco per essere migliore». E ha pure ricordato la sua carriera in Nazionale, partita in una sera gelata e capace di portarlo in cima al mondo. «Ma della notte del successo al Mondiale e della successiva festa non ho un bel ricordo. È un evento così grande e importante che ti devasta interiormente, ti aspira ogni goccia di energia, di entusiasmo e leggerezza. La pressione ti divora. Che tu abbia vinto o perso, ti senti comunque svuotato. Solo con il tempo quell’evento è diventato un souvenir inestimabile, perché ti senti incredibilmente fortunato ad averlo vissuto». Fortuna, come quella di vivere notti incredibili. Come quella che ha recentemente portato la Juve a vincere al Camp Nou o che, qualche anno fa, l’ha vista sfiorare l’impresa al Santiago Bernabeu (0-3 fino a pochi istanti dalla fine, dopo aver perso 0-3 a Torino, ndr). «Quella partita dimostra che nulla è impossibile. Dimostra che la forza degli uomini può rendere possibile l'inimmaginabile. Il risultato non mi interessa».
L’ex numero 1 azzurro ha poi spostato la sua “data di scadenza”: «So che potrei serenamente smettere a giugno ma non so cosa accadrà. Non so se mi fermerò o se continuerò per due o tre anni. Dipenderà dal mio stato fisico e dalle motivazioni».