Nel 2020 il gruppo di Jacobacci ha brillato. «C'è sintonia. La mia volontà è quella di poter continuare con il Lugano».
LUGANO - Incognite e difficoltà dettate dalla pandemia, ma anche tante soddisfazioni frutto del gioco, del cuore e idee chiarissime. In un 2020 reso maledettamente complicato dal virus tra stadi vuoti e calendari stravolti, il Lugano ha comunque saputo strappare applausi e mettere insieme una serie di numeri anche sorprendenti.
Con 45 punti in 30 partite, i bianconeri hanno chiuso al quarto posto la speciale classifica dell’anno solare, dietro a Young Boys (31/66), San Gallo (31/53) e Basilea (32/49). Solo 5 le sconfitte, che si riducono addirittura a 3 se si considera solo il segmento post-lockdown, ovvero dal 21 giugno al 23 dicembre per un totale di 26 gare ufficiali. In questo spezzone la squadra di Jacobacci ha anche saputo infilare una serie di 16 risultati utili consecutivi, o meglio 17 considerando anche la Coppa Svizzera, dove ha strappato il pass per gli ottavi di finale.
Chiuso col sorriso e al quarto posto il 2020 - anche con meno partite giocate rispetto a chi sta davanti -, per il Lugano è già tempo di tornare a faticare dalle parti di Cornaredo, dove oggi inizia ufficialmente la preparazione. Sabato ci sarà l’unico test amichevole col Chiasso, poi sarà subito campionato con due recuperi: prima Sion (17 gennaio), poi YB (il 20 in casa).
«In questi giorni siamo riusciti a staccare e ricaricare le pile, anche se i giocatori hanno portato avanti un programma di lavoro personalizzato - spiega Maurizio Jacobacci, mister del Lugano - Il primo giorno sarà dedicato ai tamponi e ai test fisici, poi vogliamo lavorare molto con la palla. Sarà differente rispetto agli scorsi anni, dove si partiva con tanta corsa e lavoro fisico».
Di norma, di questi tempi, le squadre partivano verso luoghi più caldi - come Italia o Spagna -, per affrontare i vari ritiri. Quest’anno, con i tempi stretti e la probabilità di doversi sottoporre a delle quarantene, dalla Svizzera non si è mosso nessuno.
«Per noi non è assolutamente un problema, di solito questi “camp” sono molto utili anche per consolidare lo spirito di gruppo. Nel nostro caso l’unione è sempre stata un punto di forza. C’è feeling e la squadra è rimasta praticamente intatta».
E questa squadra, nel 2020, ha brillato e convinto.
«È stato un anno eccezionale. Sono orgoglioso del lavoro del gruppo, non mi potevo aspettare dei risultati del genere. Nell’anno solare il Basilea ci precede di pochi punti, ma ha anche giocato due partite in più… e tutti sappiamo cosa significa e cosa rappresenta il Basilea per il calcio svizzero».
A livello calcistico è stato l’anno più bello della sua carriera?
«È stato un anno duro se si pensa al Covid, ma in campo abbiamo potuto portare avanti un lavoro ben preciso e c’è stata continuità. Avevo già vissuto un periodo stupendo allo Sciaffusa, con due promozioni in due anni fino alla Challenge League, ma oggettivamente non si può paragonare alla Super League. Qui ci sono avversari di un altro calibro e con altri budget. Non abbiamo vinto titoli, ma quest’annata, vissuta in totale sintonia con la società, è stata la più bella e importante. Anche a Sion nel 2018 avevamo conquistato una salvezza eccezionale salvando anche più di 30 posti di lavoro in società, ma non si può paragonare alla continuità che stiamo vivendo a Lugano. C’è armonia e si sono visti i risultati che si possono ottenere quando si parte da queste basi».
Il Lugano è visto sempre con maggior rispetto.
«In campo si sono viste tante belle cose. Baumann si sta affermando tra i migliori portieri del campionato, Lavanchy idem come terzino. Gerndt è in lizza per il gol più bello. Abbiamo fatto alcune azioni eccezionali come nel caso del gol di Lovric con l’YB o Bottani col Lucerna. Ci sono state tante cose egregie viste da tutta la Svizzera».
Con i risultati poi aumenta la fiducia e ci si spinge oltre i propri limiti. Il Lugano, con diversi gol segnati nei recuperi (già 3 in questa primissima fetta di stagione), ha raccolto punti pesanti
«Il fattore mentale aiuta molto. Si dice che il Lugano non molla mai, ma anche questi aspetti non sono frutto del caso. Con i tempi dettati dal Covid abbiamo dovuto affrontare due preparazioni molto complicate lavorando da casa. Quando poi siamo tornati in campo l’abbiamo fatto nel modo giusto e ci sono stati pochissimi infortuni. Per arrivare al 90esimo e avere la forza di acciuffare un pareggio in extremis o segnare un gol-vittoria, bisogna essere pronti anche fisicamente».
Nel 2021 dove volete arrivare?
«Sarebbe bello andare avanti su questa strada, nel segno della continuità. Stabilizzarsi su questi livelli, dove si parla di quarto quinto posto e non solo di salvezza. Quando presi la squadra nell’ottobre 2019 eravamo al nono posto, poi abbiamo dimostrato di avere le qualità per poter fare bene. Ora l’obiettivo resta questo».
Per dare continuità, un tassello fondamentale è Maurizio Jacobacci, il cui contratto arriva però in scadenza. Ci sono novità sul discorso rinnovo?
«La società dovrà fare le sue valutazioni, poi verrà a parlare con me al momento giusto. Adesso, come ha detto il presidente Renzetti, è ancora un attimino presto considerando tutte le incertezze generate dal Covid. Io cerco sempre di fare al meglio il mio lavoro, poi se arriverà un’intesa è perché siamo tutti contenti di quello che abbiamo fatto e stiamo tuttora facendo insieme. La mia volontà e quella di poter continuare con il Lugano e ottenere risultati».