«Il club non potrà sopravvivere soltanto con Angelo Renzetti»
Il presidente bianconero: «Non è stato mosso un centesimo da De Souza, mi dà fastidio soltanto parlarne».
LUGANO - Sono giorni intensissimi, questi, in casa Lugano. Dopo la conferenza stampa di lunedì, nella quale ha preso la parola Leonid Novoselskiy (mentre non si è colpevolmente presentato Thyago De Souza), è toccato ad Angelo Renzetti parlare. Il numero uno del club sottocenerino ha fatto chiarezza, raccontando un doloroso e rumoroso retromarcia, che riporta il club indietro (o avanti, dipende dal punto di vista) di anni.
«Resto presidente e amministratore unico del Lugano», ha specificato subito l'imprenditore.
«Siamo finiti nell’occhio della cronaca nera. Ci metto la faccia per l’ennesima volta. Chiedo scusa a tutti i luganesi. Ho portato avanti una trattativa senza avere certezze. Cerchiamo di rimetterci in marcia».
«Abbiamo da scalare una montagna. Non vorrei mai finire male. Ci metterò tutto il mio impegno, mi ripresenterò dai giocatori. Voglio ricreare un clima familiare».
«Chiedo scusa a tutti, stringiamoci tutti attorno alla società. Vorrei parlare il meno possibile di quanto successo. Ci sono tante cose da mettere a posto».
«Demba Ba faremo di tutto per tenerlo ma, ripeto, ora dovremo ridurre la rosa. Per Abel Braga vedremo: non so se il Lugano è quello che cerca».
«Non è stato mosso un centesimo da De Souza. Mi dà fastidio soltanto parlarne… voglio guardare oltre».
«Il club non potrà sopravvivere soltanto con Angelo Renzetti. Il Lugano deve andare avanti, cercheremo il meglio. Purtroppo queste cose possono succedere. Novoselskiy mi ha aiutato e lo stimo. Ci sono state queste problematiche. Ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti che viene prima il Lugano. Ora abbiamo davanti a noi una montagna. Non facciamo appelli, lavoriamo e basta».
«Panchina? Questa sera ho riunione con Padalino, Croci-Torti e Campana. Voglio ascoltare loro. Sull’allenatore un’idea ce l’ho, ma voglio essere sicuro. Non ho mai visto un franco dai potenziali nuovi acquirenti. Zero soldi. Se il nuovo allenatore viene da sud di Lugano? Non voglio parlarne. Se non si fosse impegnato col Grenoble avrei ripreso Jacobacci».
«Non ho paura del fallimento, è l’ultimo dei miei pensieri. Continuerò a dare tanto al Lugano e l’ultima cosa che voglio è la morte».