«Puntiamo anche sui giovani ticinesi che, giustamente, considerano il Chiasso come un punto di partenza e non d’arrivo»
Al Riva IV vogliono cancellare in fretta la delusione per la retrocessione.
CHIASSO - Fallita dolorosamente la corsa alla salvezza nell’ultima Challenge League, invece che a piangersi addosso il Chiasso ha passato l’estate a programmare il futuro. A pensare a un domani che tanti credevano potesse essere grigio e che invece, muovendosi con determinazione e idee chiare, al Riva IV sperano possa essere nobilissimo.
«Cosa ci attendiamo? - ha chiarito Baldo Raineri, padrone della panchina rossoblù - È più giusto dire cosa vogliamo. Vogliamo riportare questa società dove merita di stare».
Per questo il club ha confermato la guida tecnica e buona parte dello zoccolo duro: per vincere il campionato?
«Oltre che a rincorrere la salvezza, nella seconda parte della scorsa stagione già stavamo pensando a come programmare questa. A come muoverci. Avevamo e abbiamo ancora ben chiaro un progetto tecnico. Che stiamo portando avanti. Da qui la scelta di puntare sugli elementi più utili. Quelli che già avevamo in rosa, qualche ragazzo che è da considerare come un lusso per la categoria e tanti nostri giovani».
I giovani c’erano anche lo scorso anno.
«Ora però abbiamo scelto di chiamare tanti ticinesi. Perché? Perché a differenza di molti di quelli che li hanno preceduti, questi considerano - com’è giusto che sia - il Chiasso come un punto di partenza e non d’arrivo. Quindi hanno la voglia e l’atteggiamento giusti».
Come avete convinto i giocatori a sposare il vostro progetto?
«Lavoriamo da professionisti, il club ha una storia, ci sono motivazione e ambizione. Qualcuno ha rifiutato la chiamata, preferendo provare direttamente con la Challenge League, e ci sta; molti hanno però capito la nostra serietà e le enormi possibilità che può offrire questa stagione».
Che può essere quella del riscatto.
«Stiamo lavorando e lavoreremo con tutte le nostre forze per riportare il Chiasso alla serie superiore. Si parla spesso di gioco, di valorizzare i giovani, di dare risposte ai tifosi… tutto questo però passa attraverso i risultati, Si devono vincere le partite, i campionati. Non è questa la categoria che può dare un futuro ai giocatori, che permette loro di mettersi veramente in mostra così da trovare contratti importanti - come successo anche a molti nostri ragazzi lo scorso anno - quindi l’unica soluzione è tornare in Challenge».
Dopo anni di bassa classifica, dovrete “riabituarvi” a fare un campionato di testa.
«Riabituare? Chi? I ragazzi? Chi fa parte della squadra sa già quali sono gli obiettivi. Sa dove si vuole arrivare. I tifosi? I nostri sono molto intelligenti e ci sostengono. Con loro serve solo essere chiari. E quando ci sono chiarezza e unità d’intenti si può lavorare con serenità».