«Per il momento c'è uno stallo alla messicana. Nessuno spara per primo»
Pierfilippo Capello: «Tra UEFA e Superlega in ballo uno dei capisaldi dello sport professionistico».
MILANO - Bacchettata dal Tribunale di Madrid, la UEFA ha ritirato le minacce ai club che hanno fondato la Superlega. Ma, attendendo le decisioni la Corte di giustizia UE, ha contrattaccato ricusando il giudice spagnolo. È solo una mossa da partita a scacchi? Ce l’ha spiegato l’avvocato Pierfilippo Capello.
«Qualora ci siano dubbi sull’imparzialità, sulla terzietà, di un giudice, c’è la possibilità di presentare una mozione di ricusazione - ha sottolineato il legale, esperto di diritto sportivo internazionale - ma per arrivare a quel punto, a quella mossa procedurale, servono motivazioni serie. Non basta ipotizzare una simpatia del togato per il Real Madrid, visto che il Tribunale ha sede in quella città».
La mossa della UEFA è solo di facciata?
«No, credo semplicemente che, pur avendo fatto un passo indietro, a Nyon si stiano preparando a nuove battaglie. Intanto hanno evitato possibili problemi rispettando le decisioni del Tribunale madrileno».
Se pensano di essere dalla parte della ragione…
«Ma la certezza non c’è. Qualcosa in più si saprà quando la Corte di giustizia dell’Unione Europea si pronuncerà sul caso. Per adesso in Lussemburgo hanno deciso di... decidere: hanno deciso per la procedibilità, non considerando infondato il ricorso presentato dal giudice spagnolo».
La Corte di giustizia della UE riuscirà a sbrogliare la matassa?
«Per il momento stiamo assistendo a una sorta di stallo alla messicana. Nessuno spara per primo. Questo per tutelarsi ovviamente. Prendete la UEFA: cosa sarebbe successo se avesse escluso Real, Barcellona e Juventus dall’Europa calcistica e, in seguito, un Tribunale avesse dichiarato illegittima la decisione? Invece ha fatto un passo indietro. Per non rischiare ha riconosciuto il potere del Tribunale di Madrid. Poi quando ci saranno certezze, a Nyon si muoveranno di conseguenza».
Cosa ci si deve aspettare a questo punto?
«La questione si chiuderà quando sarà definito se l’autonomia giurisdizionale del calcio, uno dei capisaldi dello sport professionistico, potrà essere conservata. È finita sotto attacco. Da quel che decideranno il Tribunale di Madrid e quello del Lussemburgo dipenderà il futuro del calcio europeo».
Qualora le fosse dato torto e si capisse che è attaccabile da qualsiasi giudice, dalla Polonia al Portogallo, dall’Inghilterra all’Italia, la UEFA finirebbe con perdere potere e credibilità...
«Non è detto. Nel caso in cui la Corte di giustizia della UE considerasse illegittima la sua azione, la UEFA potrebbe vedersi “liberata” dall’obbligo di aprire comunque le sue competizioni alle società che aderiranno alla Superlega. Fino a questo momento, come spiegato, per evitare qualsiasi problema non si è potuta spingere fino all’esclusione. In futuro invece potrebbe dire: “Vuoi partecipare a quella competizione e non alla nostra? Va bene, fallo, il Tribunale ha detto che puoi”».
A tutto rischio e pericolo di chi esce da un torneo imperfetto ma comunque ricco.
«Esatto. Libertà ma nessuna certezza».