L'apoteosi rossocrociata vista da Marco Padalino: «Murat ha avuto anche intuizioni geniali. Chapeau a tutto il gruppo».
Da fine ottobre il 37enne, ex Nazionale, ricopre il ruolo di scout per il Lugano: «Sono colpito, ho già visto tanti giocatori "veri". Il futuro è dalla nostra parte. L'Italia e il fantasma della Svezia? Magari si prenderà proprio l'attesa rivincita».
LUGANO - Travolta la Bulgaria e inguaiata l’Italia, condannata all’incubo playoff, la Svizzera si gode il momento e ha ancora negli occhi la serata perfetta di Lucerna, dove ha piazzato il sorpasso all'ultima curva prendendosi l’accesso diretto ai Mondiali 2022. Niente spareggi thrilling, niente sorteggi e brividi annessi, bensì la serenità di poter pensare con largo anticipo al caldo sole del Qatar, sotto il quale, tra un anno (22 novembre-18 dicembre) ci si giocherà la Coppa del Mondo. Per la Nati, già reduce dalla splendida cavalcata europea, sarà la quinta partecipazione consecutiva a un Mondiale.
«Chapeau a tutto il gruppo, è una qualificazione strameritata: ho visto da alcuni singoli anche delle prestazioni monumentali», interviene Marco Padalino, ex giocatore della Nazionale e attuale responsabile scout del Lugano. «Non si può più parlare di piccola Svizzera. Da ormai 20 anni siamo sempre lì, presenti a battaglie negli appuntamenti più importanti. Poi dobbiamo essere onesti: a prescindere dalla nostra grande prestazione di Roma contro i Campioni d’Europa, nei due match Jorginho ci ha dato una mano...».
Ereditato il timone dopo l’era Petkovic, Murat Yakin - tra intuizioni e scelte coraggiose - ha strappato applausi e dato la sua impronta al gruppo, meritandosi anche il rinnovo.
«Ha avuto intelligenza e coraggio in momenti delicati. Non ha stravolto, ma ha dato nuove idee. È vero che mancavano degli elementi importanti, ma ha inserito alcuni giovani come Okafor e Zeqiri, creandosi da solo delle grandi alternative che prima forse non c’erano. Ha dato un segnale molto chiaro in ottica di un ricambio generazionale. Murat è ripartito dall’ottimo lavoro di Petkovic, mettendoci del suo. Pensiamo al colpo di genio di richiamare dopo anni e anni Fabian Frei, che ha fatto benissimo addirittura in due ruoli. Ha poi dato altro entusiasmo ad una Svizzera già in fase crescente. Se ci pensiamo, in pochi mesi ha fatto fuori la Francia dall’Euro e sgambettato l’Italia».
Il movimento rossocrociato è in costante crescita.
«In Svizzera ci sono circa 8 milioni di abitanti e si sta bene. Ci sono tanti altri sport molto praticati e un bacino relativamente piccolo. Insomma ci sarebbero tutte le condizioni per non “creare” giocatori… e invece si sta lavorando benissimo con costanti passi avanti».
E Padalino, nel suo nuovo incarico, lo vede quotidianamente.
«Proprio così. Sono rimasto colpito in positivo da quanti giocatori “veri” si stanno già affacciando ai palcoscenici più importanti. Il futuro è dalla nostra parte. Mi auguro che anche in Ticino si insista sempre di più sulla formazione».
Da parte sua l’Italia, dopo le notti magiche dell’Euro, si è un po’ smarrita e ora rivive l’incubo playoff, come nel 2017 con Ventura.
«Una flessione fisiologica dopo quel trionfo si poteva prevedere e ci sta. Il gruppo però resta forte e anche loro avevano delle assenze di peso. Ora gli spareggi si preannunciano durissimi, con gare secche da dentro o fuori (con due step da superare, ndr). L’Italia però non può sbagliare e saltare due Mondiali di fila. Sarà difficile, ma resto dell’idea che ce la faranno. Il fantasma della Svezia? Magari si prenderanno proprio l'attesa rivincita...».
Ultime battute sul tuo nuovo incarico a Lugano (scout per la Svizzera a tutti i livelli d’età).
«Al momento della vendita avevo capito che il mio ruolo sarebbe cambiato, o addirittura sarei potuto partire. È normale e legittimo che una nuova proprietà faccia delle scelte. Sono contento che mi abbiano dato fiducia in questo nuovo incarico, che mi diverte e mette a strettissimo contatto con il calcio giovanile, in un periodo storico di grande fermento come questo».
Infine uno sguardo al campionato. Il Lugano è quarto con 20 punti. Domenica a Cornaredo arriva il Lucerna, penultimo a quota 10.
«In classifica il Lucerna è un po’ indietro, ma è una squadra costruita per i primi quattro posti. Ci faremo trovare pronti e sappiamo che, giocando in casa, l’entusiasmo del pubblico non mancherà. A livello di obiettivi invece rimaniamo umili, ma li conosciamo. Siamo consapevoli di poter fare bene e i risultati stanno arrivando. Poi vedremo cosa accadrà in gennaio, ma ci sono anche le capacità economiche per operare bene».