«La Terza lega? Non ho mai giocato con i parastinchi, ora dovrò cominciare a usare le protezioni da hockey»
Patrick Rossini: «In casa non comando, ovviamente. Prima ci sono mia moglie, i miei due figli e pure il cane».
BELLINZONA - A Bellinzona è cominciato tutto e a Bellinzona tutto è pure finito. Chiuso un girone d’andata di Promotion League comunque positivo - 7 reti in 18 presenze sono la prova di una competitività ancora grande - Patrick Rossini ha scelto di levare il piede dall’acceleratore e di riconsiderare il ruolo del calcio giocato nella sua vita. Non più elemento centrale e imprescindibile quanto, piuttosto, grande amore e fonte di pieno divertimento.
C’è stato appunto, in due occasioni, l’ACB; in mezzo alle avventure granata ci sono però pure state, tra le tante, Ascona, Locarno, Zurigo, Sciaffusa, Aarau, Lugano, Chiasso e anche un po’ di Italia. Ora però per l'attaccante ticinese c’è il Giubiasco.
«Ho aperto e chiuso con il Bellinzona - ci ha raccontato Patrick - ma soprattutto ho chiuso con un gol. Questo era importante per salutare il calcio professionistico».
Ritmi troppo elevati in campo, livello troppo alto, meno voglia di faticare… a cosa è dovuta la decisione?
«Niente di tutto ciò. Semplicemente, a 33 anni sono un po’ cambiate le mie priorità. Tra lavoro (è assicuratore, ndr), allenamenti e partite ho capito che mi stavo perdendo momenti importanti con la mia famiglia. A casa mi hanno sempre supportato; era arrivato il momento di ridare un po’ di quanto ricevuto».
I tuoi cari hanno scelto per te?
«In realtà no. Mi hanno dato un parere sul possibile passo indietro. Senza imporre nulla però».
Anche perché, ti fosse stato imposto, da buon marito saresti stato costretto a obbedire.
«In casa non comando, ovviamente. Prima ci sono mia moglie, i miei due figli e pure il cane».
Giubiasco significa un calcio meno duro per un ex professionista?
«Significa avere la settimana un po’ più libera. In quanto a impegno però… mi sto già preparando adesso in vista del 2022. E con la squadra ci ritroveremo solo a fine gennaio. No, la passione non si discute. Scendo di categoria ma non ho certo minor voglia di vincere. Anzi, siccome di brutte figure non voglio farne, sarò costretto a lavorare più di quanto non fossi abituato».
In Terza lega ti misurerai con un pallone diverso da quello professionistico. Ci sarà sempre qualcuno pronto a dire “pensavo fosse più forte Patrick Rossini”.
«E sarà mia premura evitare che accada. Per quanto riguarda la fisicità del calcio regionale… scherzando, a mia moglie ho detto che non ho mai giocato con i parastinchi, ora invece dovrò cominciare a usare le protezioni da hockey».
Fino al momento in cui appenderai davvero le scarpe al chiodo.
«Il pallone comunque non lo lascio. Continuerò a dare una mano ad allenare mio figlio; per il futuro poi si vedrà. Intanto seguirò con attenzione il Bellinzona».
Che come il Giubiasco proverà a “salire”.
«Al Comunale hanno una grande squadra. Me ne sono accorto ancora di più giocandoci. C’è stato poco tempo per lavorare insieme e, nonostante ciò, i risultati della prima metà di campionato sono stati buoni. Nelle prossime settimane arriveranno dei rinforzi, ne sono certo, e grazie a questo il livello crescerà ancora. Secondo me hanno grandi possibilità di riuscire a centrare l’obiettivo promozione».