Dopo "l'illusione" dell'Euro e la seconda clamorosa débâcle mondiale, per l'Italia è un nuovo anno zero.
Castigata dalla Macedonia del Nord, l’Italia non andrà in Qatar. E pensare che nella fase a gironi gli azzurri hanno fallito anche più di un match ball.
PALERMO - Un tonfo clamoroso quanto inaspettato. Dopo il trionfo e l’illusione di Euro2020, l’Italia ha vissuto un nuovo tracollo mondiale che, per dinamica e ambizioni, è difficile da credere e assimilare.
Fuori da Russia 2018, fuori anche da Qatar 2022. Nella migliore delle ipotesi gli azzurri giocheranno il prossimo Mondiale nel 2026, 12(!) anni dopo l’ultima apparizione.
Castigati da Trajkovski al 92’, gli uomini di Mancini hanno vissuto una serata da incubo al Barbera di Palermo, ma in realtà la crisi parte da più lontano. Forse, come sottolineato da tecnici come Arrigo Sacchi, già dal 2010, con l’eccezione dell’Euro itinerante.
E pensare che nella fase a gironi l’Italia si era messa in una posizione favorevolissima, crollando però alla distanza in favore della nostra Nazionale, che ha piazzato il sorpasso decisivo all’ultima curva. Nel mezzo anche i due scontri diretti, entrambi pareggiati ed entrambi segnati dai rigori falliti malamente da Jorginho, ipnotizzato da Sommer. Pesantissimo il penalty sbagliato al 90’ a Roma il 12 novembre, quando l’Italia ha mancato il colpo del ko.
«È difficile trovare risposte e spiegazioni, fa male, davvero tanto male… - ha commentato con le lacrime agli occhi proprio Jorginho, scosso dopo l’eliminazione - Con la Macedonia del Nord abbiamo dominato la partita, ma non siamo riusciti a concludere, è una realtà che va detta. Nelle ultime gare, decisive, abbiamo avuto problemi nelle conclusioni».
L’attacco non ha certo brillato - criticati Immobile, Insigne e Berardi -, ma sulle spalle del centrocampista del Chelsea pesano come macigni i due rigori. «Dobbiamo guardare alla realtà e mi ci metto in mezzo anch’io. Mi fa male quando penso ai due rigori sbagliati. Ci penso e purtroppo ci penserò per tutta la vita. Non riuscire ad aiutare la tua squadra per due volte ti pesa tanto. Ora si dice che bisogna andare avanti, ma fa male uguale».