Livio Bordoli sul momento del Lugano: «Quella di San Gallo la reputo una sconfitta normale».
«Mercato invernale deficitario per rincorrere entrambi gli obiettivi? Carlos Da Silva ha provato a fare il colpo, ma ci vuole anche un po' fortuna. L'esempio è l'YB».
LUGANO - Dalle parti di Cornaredo non si parla d'altro che del 15 maggio. C'è una trasferta da preparare, una finale da giocare e possibilmente da vincere. Il campionato - nonostante il terzo posto sia ancora raggiungibile - è stato accantonato: lo dimostrano le tre sconfitte consecutive maturate nelle ultime tre giornate di Super League, condite da ben dieci reti incassate.
«Premesso: tutti vanno sempre in campo per vincere, ma in questo momento il Lugano ha in testa solo la finale - la riflessione di Livio Bordoli - Se qualcuno si aspettava di vedere un Lugano che andasse a San Gallo a vincere o a fare un partitone non ha mai giocato a calcio. Era prevedibile, quella del Kybunpark la reputo una sconfitta normale».
Eppure il terzo posto è ancora lì a portata di mano...
«La priorità adesso è un'altra. La partita di sabato contro il Grasshopper interesserà a pochi e vedrete che a Cornaredo ci saranno 1'500 spettatori. Mattia non metterà mai in campo la formazione tipo per battere le Cavallette, ma darà spazio a quei ragazzi che hanno giocato meno. D'altronde, giustamente, l'allenatore l'ha sempre detto apertamente che ora si punta alla Coppa».
Vincere un trofeo è una cosa, arrivare terzi in campionato è un'altra...
«Esattamente. Ai giocatori il terzo posto interessa relativamente. Anche raggiungendolo nessuno ti dirà mai "Cos'hai fatto". Ormai funziona così dappertutto: ci si ricorda soltanto di chi ha vinto. La società negli scorsi mesi è stata chiara: gli obiettivi sono la salvezza, ormai raggiunta da parecchio, e la Coppa Svizzera».
Per potere dare l'assalto a entrambi gli obiettivi contemporaneamente è forse mancato qualcosa dal mercato invernale?
«È vero, degli acquisti effettuati in inverno (Ruegg, Valenzuela, Durrer, Aliseda e Haile-Selassie, ndr) nessuno è titolare. Carlos Da Silva ha provato a fare il colpo, ma ci vuole anche un po' fortuna. Prendiamo da esempio lo Young Boys, ha perso giocatori importanti che non sono stati sostituiti con elementi all'altezza. Questo nonostante Spycher sia il più bravo direttore sportivo che ci sia in Svizzera».
Cosa farà la differenza nella finale di Coppa?
«Il San Gallo ha due vantaggi. Il primo è che cinque giorni prima della finale scenderà in campo proprio al Wankdorf, dove avrà dunque la possibilità di prendere le misure del campo. Il secondo è che verosimilmente potrà contare su uno stadio maggiormente di marca sangallese. Dalla sua, invece, il Lugano è una squadra più esperta e più rognosa che quando vuole ottenere qualcosa sa che può farlo. Maric e Bottani? Tranquilli che il 15 maggio staranno benissimo...».