L’Ecuador non ha imbrogliato: per Cile o Italia niente ripescaggio
La FIFA ha respinto il protesto cileno riguardante la (vera) nazionalità dell’ecuadoriano Byron David Castillo Segura.
ZURIGO - “Byron David Castillo Segura non è nato in Ecuador nel 1998 bensì in Colombia nel 1995. I suoi documenti sono stati falsificati per giocare in nazionale. Per questo motivo la selezione di quel Paese deve essere privata dei punti conquistati nelle otto occasioni in cui, durante le qualificazioni al Mondiale 2022, il giocatore è sceso in campo”. Questo è, più o meno, quello che la Federazione del Cile ha scritto alla FIFA lo scorso maggio. Con la loro nazionale prima delle escluse della CONMEBOL, i dirigenti di Santiago hanno puntato infatti a un ribaltone, a una qualificazione - d’ufficio - in extremis.
Vista la nota ufficiale, corredata da presunte prove, a Zurigo sono stati costretti ad aprire un procedimento disciplinare e, per settimane, hanno mantenuto “indefinito” il lotto delle partecipanti a Qatar 2022. Il punto, o quasi, a una vicenda grottesca è però stato messo.
Con un comunicato ufficiale, la FIFA ha infatti smontato la tesi cilena sull’ineleggibilità del giocatore Byron David Castillo Segura. “Dopo aver analizzato le argomentazioni di tutte le parti interessate e considerato tutti gli elementi portati dinanzi a essa, la Commissione Disciplinare FIFA ha deciso di archiviare il procedimento avviato contro la FEF”. Tutto chiuso? Forse (ma proprio forse) no: “In accordo con le disposizioni in materia del Codice Disciplinare FIFA - viene anche sottolineato - le parti hanno dieci giorni di tempo per richiedere la motivazione. La presente decisione resta oggetto di ricorso dinanzi al Comitato d'Appello della FIFA".
Fino al 20 giugno, dunque, il Cile avrà la possibilità di impugnare la decisione e chiedere una revisione del “processo”. Nel (remoto) caso in cui, in seconda istanza, verrà riconosciuto colpevole di aver schierato un calciatore privo delle credenziali per giocare nella sua nazionale, l’Ecuador sarà così escluso dal prossimo Mondiale. Neppure in quel caso però, per assurdo, la festa cilena sarebbe automatica. Prima delle escluse nelle qualificazioni sudamericane, la Roja non sarebbe sicuramente ripescata. In questi casi la scelta del “sostituto” è infatti a totale discrezione della FIFA. Per questo, per settimane, i media italiani hanno rilanciato l’ipotesi della possibile chiamata degli Azzurri. Qualora a quel punto, nella ricerca di una squadra da invitare in Qatar, dovesse venir preso in considerazione il ranking FIFA, la scelta ricadrebbe infatti sulla non qualificata proprietaria del punteggio migliore. Ovvero proprio il gruppo guidato da Roberto Mancini. La presa di posizione della Commissione Disciplinare zurighese ha, in ogni caso, praticamente azzerato le speranze anche dei tifosi più fiduciosi.