Salutata la U21, Mauro Lustrinelli ha sposato la causa dei bernesi: «È una sfida che mi affascina».
Il ticinese si è congedato dalla "Nati del futuro" dopo un traguardo storico: «Per certi versi è stata durissima e mi dispiacerà non fare l'Euro, ma ora penso a quello che ho davanti. Puntiamo alla promozione in tre anni».
GSTAAD - Una scelta di cuore, accompagnata da idee chiare e l'ambizione di far crescere una società, ovvero quel Thun che lo aveva visto brillare per tanti anni da giocatore e al quale è sempre rimasto legato. Da metà giugno Mauro Lustrinelli ha assunto la guida dei bernesi, lasciando con effetto immediato la Nazionale U21, portata due volte di fila alla fase finale dell’Europeo.
Nel congedarsi dall’ASF per calarsi nella realtà più frenetica e “umorale” delle squadre di club - tanto più dopo il risultato storico con la “Nati del futuro” -, al ticinese il coraggio non è mancato.
«Ad essere sincero qualcuno me lo ha anche chiesto… “Ma chi te l’ha fatto fare?!” - interviene col sorriso il tecnico 46enne - Invece si è presentata questa sfida e ho accettato. Thun è un posto speciale, dove ho voglia di portare le mie idee e applicarle sul campo. Ho pensato che poter lavorare quotidianamente con un club fosse la scelta migliore anche per il mio sviluppo professionale».
Separarsi dalla U21 non è però stato facile.
«Per certi aspetti è stata durissima, lavoravo con dei ragazzi d’oro e uno staff fantastico. Non sono parole di circostanza. Parlano i fatti. Abbiamo vissuto più di 4 anni insieme, dove ho lavorato con oltre 50 giocatori ai quali sono molto legato. Ogni successo poi rinforzava il nostro rapporto. Era una situazione ottimale e le cose funzionavano bene. Certo mi dispiacerà non esserci all’Europeo, ma ora non penso a quello che ho perso, bensì a quello che ho davanti».
E al Thun, tornato il Challenge nel 2020 dopo 10 anni nella massima serie, il lavoro non manca.
«Mi affascina poter costruire qualcosa di nuovo. Anche in Nazionale era iniziata così. Poi, negli anni, sono arrivati i successi e 13 giocatori sono passati nella selezione maggiore. Spero di vederne diversi anche in Qatar. Adesso al Thun, in queste prime settimane di preparazione, sto investendo parecchio tempo per riportare delle strutture e una filosofia che, negli ultimi anni, erano andate un po’ perse».
Insomma tornare ad essere quella società che si era affermata come solida realtà del calcio elvetico. Non a suon di milioni, ma con intuizioni e pianificazione.
«L'idea è proprio questa. Vogliamo riportare sul campo quei valori che negli ultimi campionati sono andati un po’ scemando. È parte della sfida ed è estremamente stimolante. Negli ultimi 15-20 anni il Thun è stato una presenza importante nel calcio svizzero».
Attualmente in ritiro nei pressi di Gstaad, i biancorossi si preparano per la stagione alle porte, che - in vista dell’allargamento a 12 della Super - sarà caratterizzata da ben 2 promozioni dirette e uno spareggio. L’occasione è ghiotta.
«Come società ci siamo fissati l’obiettivo di salire in Super in 3 anni e, anche per questo, ho firmato un triennale. Ovviamente se riuscissimo ad anticipare i tempi saremmo molto contenti, ma mi aspetto un campionato molto equilibrato. Proprio come la scorsa stagione».
L’esordio è fissato per il 15 luglio sul campo dello Sciaffusa, poi ci sarà subito il neopromosso Bellinzona, dove l’ex attaccante ha scritto altre pagine indimenticabili della sua carriera.
«Sarà speciale. Sono contentissimo che il Belli abbia ritrovato la Challenge, anche il Ticino merita una squadra in B. Sarà anche la nostra prima partita in casa e mi aspetto una giornata ricca d’emozioni. Ai granata auguro di fare benissimo, magari però a partire dal match successivo… (ride, ndr)».