Riparte la coppa dalle grandi orecchie con inglesi e Real Madrid favoriti. Le italiane? Un'altra volta
Campione in carica, il Real Madrid sogna un nuovo successo. Sarebbe il quindicesimo.
GLASGOW - Gli ultimi brindisi sono stati quelli del “solito” Real Madrid il quale, partito in sordina nell’estate 2021, ha saputo crescere cammin facendo e, per la quattordicesima volta nella sua storia, presentarsi puntualissimo all’appuntamento con il successo finale. Quello, però, è il passato.
Da oggi, quella che racconterà la Champions League sarà una storia del tutto diversa. Una storia nella quale le Merengues di Don Carlo Ancelotti reciteranno ancora un ruolo importante ma nella quale non per forza saranno protagoniste. Già perché le luci dei riflettori saranno principalmente puntate sul Manchester City di Guardiola, che con il cyborg Haaland ha fatto un ulteriore passo avanti. È sempre stato uno dei top club, ora invece è il grandissimo favorito per un successo che la proprietà emiratina è già pronta a festeggiare in grande stile.
Assicurarsi il meglio che offre il mercato e riuscire a divertire - anche questo fanno all’ex Etihad - non è in ogni caso garanzia di trionfo perché, insidiosa, la coppa dalle grandi orecchie richiede qualità ma anche concretezza, da esprimere principalmente in primavera. Per farla breve: campioni e idee chiare aiutano, ma non assicurano la gloria. Serve anche altro. Fortuna prima di tutto. Esperienza. Furbizia. Qualcosa di questo è finora mancato ai Citizens, che altrimenti nell’ultimo lustro qualche trofeo l’avrebbero sollevato.
Ed è mancato pure a quel PSG che, nuovamente, carico di stelle si presenta al via con grande ambizione. In quanto a talento puro i parigini non sono secondi a nessuno; al contrario delle sempre attentissime agenzie di scommesse che li raccontano pronti a issarsi sul trono d’Europa, gli addetti ai lavori li guardano tuttavia con sospetto. “Sono tanti campioni, non una squadra”, è l’obiezione più frequente. È anche quella più “centrata”. Finché all’ombra della Tour Eiffel non smetteranno di collezionare figurine per concentrarsi, invece, su un progetto tecnico credibile e duraturo, difficilmente potranno infatti primeggiare fuori dai confini nazionali. Se hai Messi, Neymar, Mbappé e decine di altri campioni non puoi in ogni caso essere escluso a priori dalla volata. Come non possono non essere ritenuti pericolosi i soliti Bayern Monaco, Liverpool e (appunto) Real Madrid. La Champions 2022/23 dovrebbe finire nella bacheca di una di queste cinque “sorelle”. Perché le altre pretendenti, per un motivo o per un altro, non sembrano all’altezza.
Il Chelsea? Problematico e discontinuo. Il Tottenham? In Europa, mister Conte non è “performante”. Il Barcellona? I tempi d’oro sono passati. L’Atletico Madrid? Tanta garra, forse non abbastanza qualità. Le italiane? Il Milan non sembra avere (ancora) lo spessore necessario, l’Inter manca di sicurezza, la Juventus… per favore. I pronostici sono però quelli di settembre, quelli che precedono le prime gare (di questa sera) del torneo; come detto, è tuttavia da primavera che, in coppa, il gioco si farà davvero duro. Chissà se, a quel punto, qualche outsider si rivelerà abbastanza dura da poter giocare.