CR7, nuove indiscrezioni e nuovi attacchi: «I tifosi hanno sempre ragione. Dovrebbero conoscere la verità».
Intanto il Manchester United sta valutando i margini legali per il licenziamento per giusta causa.
MANCHESTER - Esplosa la “bomba” Cristiano Ronaldo, in casa Manchester non si placano le polemiche, destinate anzi a trovare nuova linfa dopo le ultime anticipazioni dell'intervista rilasciata al "Sun" dal calciatore, nei confronti del quale i Red Devils stanno valutando i margini legali per il licenziamento per giusta causa.
Dopo i veleni e il durissimo attacco alla dirigenza - accusata di non avergli creduto a luglio, quando disse di non poter partire per la tournée perché la figlia di 3 mesi era ricoverata in ospedale -, il portoghese lancia nuove frecciate alla proprietà e ad alcuni ex compagni.
«Alla famiglia Glazer non importa nulla della squadra, almeno non della parte sportiva», ha tuonato CR7. «Il Manchester United frutta loro soldi grazie al marketing, ma della parte sportiva non interessa e danno tutto il potere a presidente e direttore sportivo. Con loro non ho mai parlato da quando sono tornato».
Cristiano Ronaldo sta dalla parte dei tanti tifosi che, in questi anni, hanno criticato i proprietari statunitensi per la mancanza di risultati e le scelte discutibili, con mercati anche disastrosi. «I tifosi hanno sempre ragione. Dovrebbero conoscere la verità, sapere che i giocatori vogliono il meglio per lo United. Anch’io voglio il meglio per il club ed è per questo che sono tornato, perché lo amo. I tifosi dovrebbero però anche sapere che ci sono situazioni all’interno del club che gli impediscono di raggiungere il livello dei top come City, Liverpool e ora anche Arsenal».
Poi l’affondo su Gary Neville e Wayne Rooney, “colpevoli” di averlo criticato per i suoi comportamenti. «Wayne non capisco perché mi critica. Forse è solo geloso perché io sto ancora giocando ad alti livelli, mentre lui ha smesso a 30 anni. Poi non dirò che sono più bello di lui… cosa che è vera. È difficile ascoltare così tante critiche da gente con cui hai giocato. Come Gary Neville. È facile criticare. Forse lo fanno per il loro lavoro in tv, devono criticare per essere più “famosi”, così approfittano del mio nome. È un po’ deludente. Rooney e Neville non sono miei amici. Sono stati colleghi, ma ora non andrò certo a cena con loro…».