Affari milionari, Juve pizzicata anche per la “pista Sion”
Il 20 gennaio data cruciale.
TORINO - L’assoluzione della Juventus firmata dal Tribunale federale per il caso-plusvalenze? Da valutare. La Corte d’Appello della FIGC ha infatti fissato un’udienza (per il 20 gennaio) nella quale la posizione della società dovrà essere rivalutata. Questo perché nuovi elementi sono finiti tra le mani della Procura, che avrà così la possibilità di ribaltare una sentenza da molti contestata.
Ma quali sono queste nuove prove? Tutte quelle venute a galla dalle intercettazioni e dalle perquisizioni figlie dell’indagine Prisma. Le parole “rubate” ai dirigenti bianconeri che raccontavano come si muovevano per far quadrare il bilancio, le ammissioni sulle ipervalutazioni di giocatori… e i documenti. Alcuni, che la stampa italiana chiama “pizzini”, come quelli famosi di Bernardo Provenzano, raccontano del modus operandi del club, che impostava scambi e compravendite pensando esclusivamente ai valori, che avevano la precedenza anche sull’identità dei giocatori. L’obiettivo era in fondo quello di generare delle plusvalenze, non di arricchire tecnicamente il parco atleti.
Tra i documenti sequestrati ce n’è uno, pubblicato sui media della vicina Penisola, nel quale si tira in ballo pure il Sion, che con la Juve ha trattato i giocatori Mattias Andersson e Yannick Cotter. Secondo l’accusa, le operazioni che hanno riguardato il difensore centrale svedese (venduto ai vallesani per 4 milioni nel luglio 2019) e l’esterno d’attacco svizzero (comprato dai biancorossi per 4,9 milioni nel gennaio 2020) sono l’esempio perfetto del modus operandi bianconero. Cosa ha attirato l’attenzione dei magistrati? I due ragazzi, costosissimi, insieme hanno giocato la bellezza di… zero partite in Serie A e tre in Super League.