Angelo Renzetti sullo zoccolo duro creato a Lugano: «In questi anni stiamo rivalutando. In positivo naturalmente».
«Il Lugano pane e salame qualcosa ha creato e qualcosa ha dato. Alla fine, nello sport e nella vita, sono sempre i fatti che ti danno ragione o meno».
LUGANO - Dal Lugano "pane e salame", come ama definirlo l'ex presidente Angelo Renzetti, è cominciata l'ascesa di diversi personaggi che oggi in un modo o nell'altro si stanno rendendo protagonisti. Uno in particolare è Giovanni Manna, nominato direttore sportivo della Juventus. Forse in via definitiva, forse temporaneamente in attesa che la situazione con Cristiano Giuntoli (oggi a Napoli) si sblocchi.
Ad ogni modo, un motivo d'orgoglio per l'ex presidente del Lugano Angelo Renzetti, che nel classe '88 - già a Torino dall'estate del 2019 - ha sempre visto delle qualità importanti. «Sì, ma non citerei soltanto Giovanni Manna. È giusto parlare di tutto il team, che in questi anni stiamo rivalutando. In positivo naturalmente».
Iniziamo...
«Con Michele Campana ci abbiamo visto giusto, visto che è diventato un pezzo grosso della società e si sta facendo apprezzare anche in Federazione. Parliamo anche di Mattia Croci-Torti che lo abbiamo sempre tenuto in attesa che ottenesse il patentino. Tutti sappiamo oggi cosa sta portando a questa società. Il nostro zoccolo duro di allora, del quale faceva parte anche Nicholas Townsend, si sta rivelando forte e unito».
Arriviamo a Giovanni Manna...
«Inizialmente l'avevamo preso dal Chiasso come team manager. Abbiamo subito notato che aveva molte qualità, come lo spirito d'iniziativa, la gestione di un gruppo e la voglia di fare e arrivare. Ed è così che, con il passare del tempo, abbiamo deciso di fargli fare il direttore sportivo. Anche perché, viste le ristrettezze finanziarie, non volevamo assumere una persona aggiuntiva. Marotta spingeva affinché andasse alla Juve ma poi lui stesso è andato all'Inter. Il suo nome è comunque rimasto sui taccuini del club di Torino».
Come lo vede alla Juventus?
«Il problema del calcio a quei livelli è che tutto dipenderà dai risultati. Abbiamo visto Giuntoli cos'ha fatto a Napoli, ha azzeccato gli acquisti e ora tutti parlano di lui. È evidente che con tutta la pressione che gravita attorno alla Juve, qualora le cose non dovessero andare bene anche il suo lavoro verrebbe messo in discussione. Giovanni è comunque sempre sul pezzo a 360 gradi ed ha tanti contatti. Ha un alto grado di partecipazione a tutti livelli: è un po' il Croci-Torti dei direttori sportivi. Se lo sento ancora? Certo, sia lui che il padre. Sanno quello che ho fatto per loro».
Quanta fierezza c'è per quel che ha creato a Lugano?
«Il Lugano pane e salame qualcosa ha creato e qualcosa ha dato. Alla fine, nello sport e nella vita, sono sempre i fatti che ti danno ragione o meno. E i fatti sono quelli descritti: tre personaggi che si sono fatti strada, raggiungendo mete importanti. A Lugano è sempre stato il gruppo la locomotiva, nonostante i pochi mezzi. E di questo, come abbiamo visto, ne hanno beneficiato un po' tutti».