Gioielli in vetrina, strumenti da “medioevo”. Sotto la lente l'Euro U21 e i suoi paradossi tecnologici: «Scelte inspiegabili».
Dentro o fuori. È il giorno della verità per la Svizzera U21 di Rahmen, che alle 20.45 sfida la capolista Francia. Si affrontano anche l'Italia - a quota 3 come gli elvetici - e la Norvegia (0).
CLUJ-NAPOCA - La Svizzera, nel bene o nel male, ha il destino nelle proprie mani. L'impresa non è delle più semplici, ma battere la Francia garantirebbe ai rossocrociati il pass per i quarti e di poter continuare il sogno Europeo. Al di là della sconfitta con l’Italia, al di là delle polemiche e degli svarioni arbitrali che sono andati a braccetto col gruppo D.
E allora la speranza è che questa sera parli solo il campo e non si rimpianga ancora la Var, che l’UEFA - in fretta e furia - ha poi deciso di introdurre dai quarti per cercare di mettere (maldestramente?) una toppa. «Veramente. L’errore ci sta, ma qua ci sono stati episodi clamorosi che non hanno voluto vedere. E non siamo a un torneo tra amici, ma all’Euro U21 con giocatori veri che valgono già milioni», interviene Livio Bordoli, tecnico che nel 2015 ha riportato il Lugano in Super League.
Ora però testa alla Francia.
«Loro sono tosti e smaliziati, una squadra vera. Questa Svizzera però può farcela, a patto che non sbagli ancora l’approccio. Deve entrare subito con la “cazzimma”. Forse sin qui si sentivano un po’ troppo sicuri e le voci di mercato hanno fatto il resto. Non puoi prendere dei gol come quelli con l’Italia. Non so dov’erano con la testa e se lo stesso Rahmen l’ha preparate bene. Poi nel secondo tempo c’è stato un clic e c'erano due categorie di differenza. Peccato che la rimonta sia rimasta incompiuta».
La Svizzera deve quindi ripartire da come ha finito con gli azzurri…
«Facile dirlo, ma è un’altra partita. Questo gruppo però può fare bene e andare fino in fondo. E ne sono consapevoli. Attenzione però, può essere anche un rischio. Tutti, soprattutto oltre Gottardo, hanno detto che è la U21 più forte di sempre e i giocatori in questo un po’ si specchiano. Solo con la bellezza però non si vince. Fin qui si sono viste tante individualità, ma poco la squadra. Ci sono anche tanti galli in un pollaio. Se pensiamo a chi sta fuori e vuole giocare, è davvero una signora squadra. Da questo punto di vista il futuro della Nazionale maggiore è roseo. Con la Francia però vorrei vedere più umiltà che bellezza».
Torniamo un attimo su quanto visto sin qui. Il livello dell’arbitraggio è stato inadeguato alla kermesse.
«A mio avviso l’Europeo è già condizionato. Se una tra Svizzera e Italia dovesse uscire - cosa peraltro molto probabile - avrà di che recriminare. Siamo nel 2023. Il gol non assegnato a Bellanova contro la Francia (il 2-2 in pieno recupero, ndr) è inaccettabile. Poi la Svizzera si è vista negare due rigori macroscopici. Non si vuole mai parlare degli episodi, ma l’economia del girone è toccata».
Chiudiamo con un paradosso. Europeo del futuro - in campo giovani gioielli… - con strumenti da “medioevo” calcistico. Sin qui né Var né goal-line technology, con quest’ultima presente ormai da 10 anni nel calcio che conta…
«Pazzesco pensando ai valori in gioco e i “milioni” in campo. Non me lo spiego. La scelta di introdurre la Var dai quarti poi fa riflettere. Si sono accorti dell’errore e sono corsi ai ripari. Ma ha fatto rumore. È come se fossero stati colti in “flagrante”...».