Josef Martínez ha giocato in Svizzera con YB e Thun e ora è il compagno d'attacco di Lionel Messi all'Inter Miami.
MIAMI - Nel gennaio 2012, quando Lionel Messi aveva appena vinto il suo terzo Pallone d'Oro consecutivo, l'allora 18enne Josef Martínez si trasferì dalla sua patria venezuelana in Svizzera per unirsi all'YB. Nel 2013 ha anche giocato in prestito a Thun per un anno e mezzo. Ora, nell'estate del 2023, il 30enne è il partner d'attacco nientemeno che di Messi all'Inter Miami e uno dei migliori compagni della superstar argentina.
«Dobbiamo divertirci a giocare con uno dei migliori giocatori del mondo», ha spiegato Martínez in un'intervista a 20 Minuten. L'ex professionista della Super League è passato da Atlanta a Miami solo lo scorso gennaio. Ha sentito subito le voci di un trasferimento di Messi nel suo club, ma non ci credeva davvero.
Martínez conosceva già personalmente il suo attuale compagno di squadra grazie ai duelli con la nazionale. «Abbiamo dovuto soffrire molto per colpa sua», scherza, ricordando le numerose sconfitte del Venezuela contro l'Argentina.
Messi ha "regalato" un rigore a Martínez
Il Miami è sul fondo della classifica, ma con le nuove stelle Messi, Alba e Busquets al suo fianco, Martínez è fiducioso di recuperare i 12 punti di distacco da un posto nei playoff. «La sua influenza è enorme, non solo per l'Inter Miami ma per tutto il Paese», afferma il venezuelano, che definisce «bellissimo» il clima che circonda il suo club.
L'ex Barcellona gli ha persino concesso un rigore nella recente partita contro Orlando. «Subito dopo il fischio del rigore è venuto da me e mi ha detto: "voglio che lo tiri tu"».
Il ritorno allo YB grazie a Spycher?
All'epoca non riuscì a sfondare nel nostro campionato, ma il 30enne - che dal 2014 al 2017 ha giocato nel Torino - ricorda con piacere la Svizzera e la sua gente. «È stato meraviglioso e uno dei momenti più belli della mia vita», spiega l'attaccante. Nel Canton Berna ha segnato dieci gol per il Thun sotto la guida di Urs Fischer e solo tre per l'YB, ma ricorda soprattutto l'incontro con Christoph Spycher. «È come un padre per me. Amo la Svizzera e spero che un giorno potrò tornare a Berna».