Domani sera a Ginevra - in occasione del ritorno dei playoff di Europa League - il Lugano proverà a ribaltare il 2-0 subito a Bruxelles
«Celar? Lo sta gestendo molto bene il Crus, facendolo giocare e dandogli fiducia. In questi casi, non si può fare molto altro, perché la sua testa è altrove anche se lui sostiene il contrario».
LUGANO - Dentro o fuori. O meglio: Europa o Conference League. Tutto in 90' (o forse qualcuno in più). Dopo il 2-0 scaturito settimana scorsa in Belgio a Bruxelles contro la Royale Union Saint-Gilloise, il Lugano in quel di Ginevra ha davanti a sé una montagna ripida e irta di ostacoli da scalare. Nulla è impossibile, e nel primo round - seppur soltanto a tratti - gli uomini del Crus hanno offerto sprazzi di buon calcio. «Per come la vedo io possono giocarsela - è intervenuto l'ex allenatore dei bianconeri Livio Bordoli - In Belgio hanno avuto le loro occasioni per segnare e questo è indice che la squadra era sul pezzo».
Quanto peserà l'assenza di Saipi?
«Deana l'ho allenato ad Aarau ed è un buon portiere. L'unico punto interrogativo è relativo al fatto che non gioca una partita titolare da molto tempo. Ma ripeto, è un portiere che sa il fatto suo...».
E poi c'è uno Steffen non al 100%...
«Da questo punto di vista sono un po' meno tranquillo. Steffen all'andata ha avuto le sue occasioni, ma purtroppo non è riuscito a segnare. Un elemento come lui può essere l'ago della bilancia, perché è senza dubbio il più forte e più importante del Lugano. Anche se settimana scorsa ha sbagliato un gol clamoroso, la sua presenza è determinante per i compagni. Nella sua carriera ha accumulato tantissima esperienza ai massimi livelli, giocando in diverse occasioni le competizioni europee».
Dovremo aspettarci una Royale Union Saint-Gilloise arroccata in difesa?
«Non penso. Loro sono molto bravi fuori casa, andate a vedere l'anno scorso quanti punti hanno fatto in trasferta, specialmente in Europa. Per il Lugano era già tosta alla vigilia e dopo l'andata lo è diventato ancora di più, ma devono crederci».
In caso di Conference League sarebbe una delusione?
«Assolutamente no, è pur sempre una coppa europea. Tuttavia, la speranza – nel caso fosse Conference League – è che al Lugano possa capitare in un bel girone. Perché parliamoci chiaro, l'anno scorso era difficile guardare una sfida di questa competizione, almeno fino alla fase a eliminazione diretta. Prendiamo però il Basilea, partecipando alla Conference ha messo in vetrina una miriade di giocatori che poi hanno venduto incassando una trentina di milioni. Il valore dei giocatori, prendendo parte alle Coppe, non può che aumentare».
Capitolo Celar: non è un mistero che voglia lasciare Lugano. Come si gestisce da allenatore un caso simile?
«Lo sta facendo molto bene il Crus, facendolo giocare e dandogli fiducia. In questi casi, non si può fare molto altro, perché la sua testa è altrove anche se lui sostiene il contrario. Il giocatore era convinto di partire già nelle scorse settimane e probabilmente è frustrato per essere ancora qui. Ad ogni modo, Celar dev'essere solo riconoscente nei confronti del Lugano, club che gli ha dato visibilità permettendogli di attirare su di sé l'interesse di alcune squadre importanti. Lo hanno sempre trattato bene, anche oggi che vorrebbe partire».