Juan Rubiales a difesa del nipote? Macché...
«Quanto successo mi ha colpito, ma non sorpreso».
MADRID - Luis Rubiales non ha pace, nemmeno in famiglia. Se la mamma ha interrotto lo sciopero della fame, dopo giorni in cui chiedeva a gran voce di smetterla con gli attacchi al figlio, nelle ultime ore sono arrivate le parole dello zio del presidente della Federazione spagnola di calcio il quale - come noto - rischia 15 anni di sospensione per l'ormai noto bacio rubato a Jennifer Hermoso durante la premiazione dei Mondiali.
Parole tutt'altro che al... miele. Juan Rubiales, infatti, non ha affatto difeso il nipote. «Quanto successo mi ha colpito, ma non sorpreso - ha detto a El Mundo e a El Confidencial - Luis è sempre stato un uomo con atteggiamenti molto arroganti. Non ha mai voluto essere un politico, ma un guerriero. Certo, in Spagna ci sono delle cose che non si possono fare, una linea da non oltrepassare nei comportamenti e lui l’ha fatto, ma Luis è un uomo ossessionato dal potere, dal lusso, dal denaro e anche dalle donne. Penso che la società spagnola debba essere clemente con lui perché ha bisogno di un profondo programma di rieducazione sociale e anche nel rapporto con le donne».
I rapporti fra i due sono nulli, tanto che Juan in passato non ci aveva pensato due volte a denunciare alla Procura Anticorruzione alcuni episodi avvenuti in Federazione durante la gestione di Luis. «Il primo dissapore tra noi è avvenuto quando mi ha detto di non chiamarlo mai più "Luis", ma "Presidente". Non aveva torto, perché lui era il capo e io un dipendente. Da quel momento in poi però ho cominciato a chiamarlo "Kennedy". Luis non ha mai voluto attorno persone che non la pensassero come lui».