Mattia Croci-Torti non fa drammi dopo aver mancato l'accesso in EL: «Non usciamo a testa bassa».
«Queste due partite ci saranno tanto d’aiuto perché sicuramente sono un bagaglio di esperienza che ci portiamo dietro».
GINEVRA - Nulla da fare, al Lugano non è riuscita la "rimonta". Scivolati in Conference League, Mattia Croci-Torti ha commentato così la sfida di questa sera.
A inizio partita hai provato a sorprenderli con la difesa a tre e Macek esterno. La difesa si è però fatta trovare un po’ impreparata e loro hanno segnato alla prima azione.
«Sicuramente è stato un peccato prendere gol alla prima azione perché si è trattata di un’imbucata difensiva che non dovevamo concedere. Quel gol ci ha fatto tanto male psicologicamente e non è stato facile reagire. Però, niente… Abbiamo provato a giocare in questo modo perché nella partita di andata gli unici giocatori che ci avevano messo veramente in difficoltà sono stati i loro esterni. Usciamo comunque contro una squadra forte. Lo sapevamo. Abbiamo cercato di onorare fino alla fine la partita, ma non siamo riusciti a trovare il gol né oggi né all’andata e quindi usciamo meritatamente. Però ci abbiamo provato. Abbiamo alimentato questo sogno di andare in Europa League, ora siamo in Conference League e secondo me queste due partite ci saranno tanto d’aiuto perché sicuramente sono un bagaglio di esperienza che ci portiamo dietro. Non usciamo a testa bassa».
Nel secondo tempo si è vista una squadra più equilibrata.
«Grgic e Mai hanno messo qualità. Ma la verità è che loro si sono tirati indietro di 25 metri e non hanno più attaccato la profondità. Nel secondo tempo la cosa che mi è piaciuta è che non abbiamo abbassato la testa. Avremmo potuto affondare, invece abbiamo provato a reagire con orgoglio. Siamo rimasti in partita ma evidentemente dopo il gol le coordinate della partita sono un po' cambiate. Non hanno più pressato la nostra difesa. Dunque, non è neanche giusto giudicare la ripresa come troppo positiva quando i nostri avversari non hanno fatto altro che difendersi. La volontà di pareggiare c’era, tutti ci tenevano a portare a casa un risultato positivo. Ci abbiamo provato fino alla fine però in queste due partite non ce l’abbiamo fatta. Ed è la grande differenza tra noi e loro».
La vedi come una sconfitta a scacchi contro Blessin?
«No. Non la vedo come una mia sconfitta contro il loro allenatore. Loro sono un’ottima squadra. Noi sapevamo dove sono arrivati l’anno scorso in Europa League e sapevamo che potevamo giocarcela. Ci abbiamo provato, purtroppo le cose non sono andate come ci aspettavamo. Dobbiamo rispettare l’avversario. Se vuoi vincere devi fare gol e noi non l’abbiamo fatto. Quello che ci ha fatto male all’andata come al ritorno è stato prendere gol alla prima azione. Ed è su quello che dovremo lavorare ancora tanto».
Belhadj non ha molto spazio in campionato ma nelle partite importanti lo schieri sempre.
«È uno dei pochi giocatori in grado di accelerare e saltare l’uomo a metà campo. Quello che volevamo, con le sue caratteristiche, era cercare di scardinarli perché sapevamo che sarebbero venuti “chiusi”. Hanno infatti giocato molto bene tutte le volte che hanno recuperato palla. Ci hanno messo in difficoltà. Sicuramente Belhadj è un ottimo giocatore in cui ho molta fiducia. Ho provato a mettere la sua forza fisica in mezzo al campo, che era un po' la cosa che ci era mancata all’andata. Non ha demeritato rispetto agli altri, l’ho cambiato nel secondo tempo perché volevo avere qualcosa di diverso, volevo avere una reazione».