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SENZA TRUCCO SENZA ING…ARNO«Messi in MLS? È un po’ come se giocasse a calcetto con gli amici»

01.11.23 - 08:00
Niente Leo? «Prendono Scaloni per un orecchio e lo mandano a casa»
Imago
«Messi in MLS? È un po’ come se giocasse a calcetto con gli amici»
Niente Leo? «Prendono Scaloni per un orecchio e lo mandano a casa»
Arno Rossini: «Un nuovo Mondiale per Leo? Non semplice ma nemmeno impossibile. Sarebbe eccezionale».
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MIAMI - Questa volta non ci sono state sorprese. Il Pallone d'Oro è finito tra le mani di chi lo meritava maggiormente, ovvero Lionel Messi da Rosario.

Vinto il Mondiale da protagonista assoluto, pur con qualche alto e basso, con questo nuovo riconoscimento l'argentino ha probabilmente chiuso in bellezza la carriera.

«Andiamoci piano con la chiusura: potrebbe non essere finita qui - è intervenuto Arno Rossini - per il Pallone d'Oro ha fatto un ultimo sprint per poi passare il testimone a Mbappé e Haaland, che credo nei prossimi anni potranno ottenere molte volte questo riconoscimento. Detto questo, di storie da scrivere Leo potrebbe comunque averne ancora molte».

Intanto sta giocando in MLS a Miami.
«Si sta godendo la vita muovendosi senza stress in un campionato dal livello non eccelso. È sereno, si diverte, si tiene in forma senza dover pagare la palestra. È un po’ come se giocasse a calcetto con gli amici, solo che lui lo fa in stadi pieni di tifosi».

Per quel livello è ancora decisivo.
«Certo, non fa la fase difensiva e non sprinta più quaranta volte a partita. Ci sono dei dati che lo specificano e lo raccontano perfettamente. Magari accelera solo venti volte e di queste venti, tre o quattro portano a occasioni concrete. E tre o quattro occasioni in una sfida sono molte. Con quelle un match può essere deciso».

Tutto bene, però se ti abitui al livello della MLS non puoi pensare di essere determinante anche con la maglia dell'Argentina.
«Continuare a giocare con la selezione albiceleste è il suo grande obiettivo. In Nord America semplicemente si tiene allenato per quando poi deve esibirsi per il suo Paese. Credo che per almeno un altro paio d'anni continuerà così (il suo contratto scade nel 2025, ndr); poi si vedrà».

Una sua presenza nel Mondiale del 2026 è fuori discussione?
«Sarebbe qualcosa di eccezionale; non semplice, ma nemmeno impossibile. Messi è un classe 1987, credo che alla sua età sia giusto ragionare una stagione per volta. Se però starà bene, sarà motivato, si divertirà... potrebbe anche decidere di arrivare a quell'appuntamento. A una Coppa del Mondo che tra l'altro si disputerà anche negli Stati Uniti, dove appunto lui ora sta lavorando».

Per giocare con l'Argentina non può tuttavia limitarsi ai venti sprint a sera.
«Leo è un giocatore e un uomo intelligente e mi pare abbia un bel rapporto con Scaloni. Credo sia tutta una questione di gestire le forze. Probabilmente non potrà stare in campo tutte le partite per tutti e novanta i minuti; con le qualità che si ritrova potrà a ogni modo ancora essere decisivo».

Sempre che Scaloni decida di convocarlo.
«Il selezionatore imposta il gioco di tutta la squadra tenendo conto del fatto che Leo può risolvere un incontro in qualsiasi momento. E per quanto riguarda la convocazione, si deve essere chiari: non è Scaloni che decide se Messi la merita ancora, è Messi che decide se giocare o meno. Se il selezionatore si dovesse permettere di non chiamare Leo, quelli della federazione lo prenderebbero per un orecchio e lo manderebbero a casa».

 

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