«La storia della società, la città, i giovani, ecco perché ci piacerebbe prendere l’ACB»
«Con la Salernitana non abbiamo alcun legame. Chi dice il contrario non dice il vero».
BELLINZONA - Tante voci, qualche speculazione, poche certezze. Cosa c’è di reale nella trattativa tra il FC 32 e il Bellinzona?
Tra notizie e smentite, la verità l’ha raccontata Paul Francis, uomo di punta del gruppo che pare interessato ai granata.
«Non “pare” - ci ha corretti l’ex dirigente di Nike e Adidas - noi siamo fortemente interessati al Bellinzona. Non c’è nulla di ufficiale, non c’è un’offerta sul tavolo, ma la voglia di fare qualcosa di importante è concreta».
Noi, chi?
«Il FC 32 è un gruppo nuovo, giovane, nel quale atleti ed ex atleti hanno una posizione rilevante. Il nostro obiettivo è quello di creare una rete di società calcistiche, in giro per il mondo, che possano collaborare tra loro e soprattutto crescere insieme».
Come la Salernitana?
«Ecco, mi preme sottolineare che il nostro gruppo non ha nulla a che fare con quel club. Non siamo in società, non c’è alcuna collaborazione. Non c’è mai stato alcun contatto. Chi dice il contrario non dice il vero».
Perché un gruppo internazionale dovrebbe puntare il Bellinzona, una società della Challenge League svizzera?
«Ogni club è importante, a suo modo. Dal nostro punto di vista, il Bellinzona rappresenta un progetto interessantissimo. Ha ampi margini di crescita, può svilupparsi moltissimo».
E collaborare con le “sorelle”, come fa il Lugano con i Chicago Fire?
«Esatto. Ma non solo. Ci siamo interessati alla società anche per la sua storia e la sua tradizione. Nello sport queste sono essenziali. Il legame con i tifosi e la piazza è fondamentale: senza quello è praticamente impossibile pensare di rendere vivo, florido, vincente un club».
Con un vostro ingresso in società, l’ACB non verrebbe quindi snaturato?
«No, assolutamente: è per quello che è, che per noi è prezioso. Un altro aspetto che ci ha fatto guardare al Bellinzona, al Ticino in generale, è che da voi ogni squadra rappresenta una città. Non c’è confusione e c’è un grande senso di appartenenza. Poi, i giovani…».
Il Team Ticino?
«Il livello dei ragazzi che crescono da voi, rispetto a quelli di altre parti del mondo, è molto alto. E se uno fa un investimento, non può non guardare anche al futuro».
Come si svilupperà la trattativa?
«Sono venuto in Ticino, ho visto un paio di partite del Bellinzona, mi sono guardato in giro, ho preso informazioni. In questo momento non posso dire altro se non: “siamo interessati”. Abbiamo parlato con la proprietà della società e ci aspettiamo di avere altri incontri. La volontà c’è; speriamo di poter trovare una soluzione soddisfacente per tutti. Per noi, per l’attuale proprietà, per i tifosi».