SUPER LEAGUECao Ortelli, una risorsa imprescindibile per il Crus

LUGANO - È molto più di un braccio destro. Sì, Cao Ortelli per Mattia Croci-Torti rappresenta una risorsa imprescindibile e troppo importante. D'altronde il mister momò - una volta insediatosi in panchina - lo ha subito voluto al suo fianco, come se già sapesse che la scintilla sarebbe scattata immediatamente. E i risultati ottenuti, non solo quest'anno, stanno dando ragione al duro lavoro quotidiano della "coppia".

Sei i punti che separano Steffen e compagni dallo Young Boys capolista... «Siamo sempre stati coscienti e consapevoli di avere fra le mani una squadra molto forte - è intervenuto proprio Cao Ortelli, vice-allenatore del FCL - È chiaro che il nostro è stato un percorso particolare, specialmente con gli impegni europei che inevitabilmente ci hanno tolto un po' di smalto, oltre che qualche giocatore per infortunio. In quel periodo non siamo riusciti a garantire una certa continuità di rendimento in campionato. Alla fine però siamo sempre rimasti lì, anche se vedevamo Servette e Young Boys avanti di tanti punti...».

E poi cosa è successo?
«Come si dice spesso nel calcio, abbiamo preso partita dopo partita, preparandoci al meglio per vincere ogni match. Toccando ferro, ci siamo riusciti bene ultimamente e adesso siamo lì fra i primi. Quando ti ritrovi così in alto comincia a soffiare un po' di vento ed è proprio in quelle circostanze che devi essere bravo a non cadere. Tutti noi, staff tecnico, giocatori e società siamo piuttosto tranquilli e lavoriamo ogni giorno per cercare di proseguire al meglio».

Il segreto è aver fatto sentire tutti parte del progetto?
«Sì, questa è la grande bravura del Croci-Torti. In quest'annata ricca di appuntamenti è stato davvero bravo a far girare l'intera squadra facendo sentire tutti importanti. Se guardiamo le partite, hanno spesso fatto la differenza sia i titolari ma anche coloro che sono entrati dalla panchina. Questo è qualcosa di significativo...».

Senza Conference League, adesso il Lugano avrebbe più punti in campionato?
«È innegabile che di energie ce ne ha portate via parecchie. Come si dice spesso, abbiamo sempre giocato in trasferta poiché scendere in campo a Zurigo non è come farlo a Lugano. Questo aspetto alla lunga qualcosa ti toglie, per cui penso proprio che sì, senza Europa oggi avremmo qualche punticino in più».

Facciamo un gioco: Coppa o campionato?
«Per scaramanzia non lo dico... (ride, ndr). Mi auguro si possa continuare con questo passo, perché sono convinto che non abbiamo ancora dimostrato tutte le nostre forze e le nostre qualità. Siamo in crescita continua, la mia speranza è quella di terminare al meglio la stagione e di entusiasmare i nostri tifosi».

Allenatore e vice-allenatore ticinesi. Un motivo d'orgoglio ancora maggiore...
«Siamo contenti di quello che stiamo facendo, ma non dimenticherei il lavoro che svolgono anche gli altri componenti dello staff. In questi tre anni Croci-Torti ha fatto delle cose incredibili ed eccezionali. Ha raggiunto un livello di notorietà importante non solo in Ticino, ma anche nel resto della Svizzera. Vi faccio un esempio: quando andiamo in trasferta e ci capita di passeggiare, diverse persone lo riconoscono e lo salutano con simpatia. Per noi è motivo di grande soddisfazione e sta a dimostrare che qualcosa di significativo stiamo portando avanti».

Parlaci delle chiacchierate notturne con il Crus... Chi chiama chi?
«La regola vuole che sia lui a chiamare, solitamente la telefonata avviene fra le 21.30 e le 23.30. Mai oltre mezzanotte. Sono uno che va a letto tardi la sera, aspettare non mi disturba. La chiacchierata ha lo scopo di chiudere la giornata e organizzare quella seguente. A me serve molto poiché da lui imparo tanto e lui probabilmente si sente più tranquillo con qualche mio consiglio».

Sette giorni su sette?
«Sì, sette su sette. A volte succede che saltiamo ma soltanto quando c'è il giorno libero».

Sei una sorta di psicologo per lui?
«Questo non lo so. Dentro sono un fuoco incredibile, solo verso l'esterno do l'impressione di essere tranquillo. Magari questo aspetto contribuisce a dare un determinato equilibrio al nostro lavoro. Però sì, posso dire che siamo abbastanza complementari».

In passato sei stato maestro alle elementari: quanto ti manca l'insegnamento?
«Come fai a dimenticare in un attimo 40 anni di insegnamento? È abbastanza difficile... Il mondo del calcio, però, è un mestiere talmente particolare al quale pensi 24 ore al giorno. È difficile staccare e per questo non ci penso spesso e in certi momenti è come se la scuola non fosse mai esistita. È quando sono un po' più tranquillo che mi vengono in mente tantissimi bei ricordi e la gioia con la quale ho sempre svolto questa professione. Con i ragazzi mi sono sempre divertito molto».