Mattia Croci- Torti si è espresso in merito al penultimo atto di Coppa Svizzera contro il Sion: «Dovremo prestare molta attenzione».
Il coach ticinese: «Saranno sostenuti da un pubblico molto caloroso».
LUGANO - Nella serata di domani - sabato 27 aprile - il Lugano sarà impegnato sul campo del Sion, in occasione della partita valida per le semifinali di Coppa Svizzera (ore 20.30).
Per l'occasione il tecnico dei bianconeri Mattia Croci-Torti non potrà beneficiare dei servigi degli infortunati Kreshnik Hajrizi e Serif Berbic, così come dello squalificato Mohamed Belhadji. Fra Coppa e campionato i ticinesi sono reduci da dieci risultati utili consecutivi (nove vittorie e un pareggio), mentre dal canto loro i vallesani - primi in Challenge League - hanno perso l'ultimo incontro disputato contro il Thun. «Questa è una partita a parte in una competizione diversa dalla Super League», sono state le parole del Crus nella consueta conferenza stampa pre-partita. «Ciò che è successo negli ultimi turni di campionato non cambierà sicuramente la strategia dei vallesani, che quest'anno grazie alle partite di Coppa si sentono ancora vivi, visto che essendo fra i cadetti non sono più nel loro habitat naturale da una stagione. Sono dell'idea che l’approccio mentale della squadra che affronteremo non sarà influenzato dal ko di Thun. In virtù del percorso fatto finora in Challenge c'è grande entusiasmo intorno alla loro squadra, sostenuta attualmente da un'intera regione. Nonostante ci sia una categoria di differenza, la passione dei loro tifosi potrebbe essere in grado di ridurre notevolmente il gap esistente fra le due formazioni. Il pubblico sarà molto caloroso e in ogni situazione cercherà di spingere la propria squadra a dare ancora di più. Dovremo prestare molta attenzione ed essere abili a reggere la spinta dei vallesani nei momenti di difficoltà, aspetto per il quale ci siamo preparati nel corso della settimana».
La compagine che uscirà vincitrice da questo confronto diretto affronterà all'ultimo atto - il prossimo 2 giugno a Berna - una fra Winterthur e Servette. Per i sottocenerini si tratterebbe della terza finale consecutiva. «Rispetto agli anni precedenti sono cambiate un po’ le cose e non solo tatticamente, ma anche sul piano emotivo. Adesso andiamo su un palcoscenico come il Tourbillon in modo diverso, poiché prima avevamo noi l'obbligo di combattere e di provare a tirare fuori il mezzo miracolo mentre adesso lo devono fare loro. Siamo consapevoli di beneficiare dello statuto di favoriti, ma non dovremo sottovalutare diversi fattori quali lo stadio, l’entusiasmo dei tifosi e il DNA del Sion, che nella sua storia ha conquistato la bellezza di tredici volte la Coppa Svizzera. Affrontiamo inoltre elementi del calibro di Numa Lavanchy, Reto Ziegler, Dejan Sorgic e Kevin Bua che questa competizione l’hanno già vinta recentemente e che sanno come giocare sfide del genere. Per tutti noi poter raggiungere la finale per la terza volta consecutiva sarebbe un traguardo incredibile e sarebbe un bel regalo anche per i nostri tifosi, che sostengono sempre la squadra nel migliore dei modi».
Che partita ti aspetti? «Dobbiamo rimanere ancora più umili del solito, sapendo quante insidie possa nascondere questa semifinale. Per tutta la settimana abbiamo cercato di tenere i ragazzi sul pezzo e di non far abbassare le motivazioni individuali. La chiave di questa partita è un a sola, ovvero avere maggiori motivazioni del Sion. Non dobbiamo dimenticarci che nel loro percorso di Coppa i vallesani hanno colto dei risultati di rilievo e quando hanno sconfitto GC e YB, nei primi 15 minuti della partita andavano a mille all'ora, mettendo una grande pressione agli avversari. Coach Didier Tholot ha inoltre già vinto più volte questa Coppa e sa come gestire e motivare un gruppo, per cui vedremo difficilmente un Sion che ci aspetta e che si difende. Dobbiamo essere pronti a un’entrata in campo furiosa da parte loro ma nello stesso tempo, come abbiamo fatto nelle ultime gare, dobbiamo cercare di spegnere questo fuoco tenendo la palla, mostrando quello che siamo capaci di fare. Negli ultimi allenamenti i ragazzi hanno mostrato tutti di avere una grande fame ed è ciò che mi fa restare molto positivo per la sfida del Tourbillon. Vogliamo la finale».