LUGANO/BELLINZONABellinzona-Sabbatini, si può fare

LUGANO/BELLINZONA - Salvo ripensamenti (del club, non suoi) dell’ultima ora, dopo la finale di Coppa Svizzera Jonathan Sabbatini smetterà di essere un calciatore del Lugano. Non smetterà però del tutto di essere un calciatore. Nonostante la carta d’identità racconti delle sue trentasei primavere, il centrocampista ha infatti ancora voglia di giocare. E ha ancora mercato. E un’offerta, vera, importante, gli è già stata fatta: lo vuole il Bellinzona.

Andiamo con ordine. Al momento il sudamericano è concentrato su un finale di stagione che si preannuncia esaltante. C’è l’ultima partita in programma a Cornaredo, quella - ininfluente ma buona per salutare i tifosi - del prossimo sabato contro il Servette. E poi c’è il grande appuntamento della finale di Coppa Svizzera, che il Lugano giocherà, sempre contro i granata, domenica 2 giugno al Wankdorf di Berna. Dal giorno seguente, però, Jonathan sarà di fatto un professionista libero. 

La sua speranza - un sogno lo ha definito lui stesso - è che la dirigenza riveda l’offerta di contratto presentatagli. Che, pur davanti a una decurtazione dello stipendio, per almeno un altro anno gli dia la possibilità di rimanere in prima squadra, così da poter provare il brivido della Champions League. In cambio, lui continuerebbe a dare il massimo, in campo e nello spogliatoio. Poi si dedicherebbe ad altro, pur rimanendo nel mondo che ha frequentato per tutta la vita. 

Qualora però i bianconeri non modificassero la proposta, rimanessero fermi al “-70%” di salario e alla sola possibilità di giocare come fuoriquota nella U21, ecco che Jonathan comincerebbe a programmare un futuro lontano da Cornaredo. Non per forza dal Ticino, però, dove ormai ha messo radici. E anche su questo, sul fatto di poter garantire all'uomo Sabbatini di continuare con la propria quotidianità, punta il Bellinzona per provare a convincerlo a sposare la sua causa e a scendere di categoria. Altro? Attraverso il padre, che rappresenta il giocatore, Pablito Bentancur ha proposto un contratto biennale, al doppio del salario offerto dal Lugano. E allo stipendio ha aggiunto bonus legati ai risultati personali e della squadra.

L'uruguaiano si sente ancora un professionista, ama le sfide. Chissà che l’ultima della carriera non sia quella di provare a far godere una piazza calda, portando in alto un club che vuole tornare a vivere grandi emozioni. Un giocatore con le qualità - tecniche e morali - del 36enne potrebbe far fare il definitivo salto di qualità ai granata. Accettasse l’offerta e riuscisse a prendere per mano la squadra, il centrocampista potrebbe diventare uno dei pochi campioni amati a sud come a nord del Ceneri.

La palla è ora tra i piedi dei dirigenti del Lugano.