«Granit sconfitto? Un match non fa cambiare il giudizio su un’intera stagione»
Arno Rossini: «Contro l’Atalanta il Bayer rischia di perdere la sua imbattibilità».
DUBLINO - Due tra le squadre più in forma d’Europa. Due tra le squadre più convincenti (e vincenti). Due tra le squadre più spettacolari.
In questo momento Bayer Leverkusen e Atalanta sono, al tempo stesso, un sogno (per i loro tifosi) e un incubo (per i loro avversari). E questa sera (ore 21), saranno uno di fronte all’altra nella finale di Europa League.
«Per il torneo, la seconda coppa continentale, è il miglior epilogo che potesse esserci - è intervenuto Arno Rossini - I tedeschi sono più ordinati, gli italiani più sfrontati. Entrambi, fatto non scontato, scendono sempre in campo per vincere. Per questo mi aspetto una bella partita. Io non me la perderò di sicuro».
Il Bayer sta disputando una stagione eccezionale. Ha già vinto la Bundesliga, sabato sfiderà il Kaiserslautern in finale di Coppa di Germania… Il tutto da imbattuto.
«Il match più difficile sarà quello con l’Atalanta. Quello più difficile e, anche, quello nel quale rischia maggiormente di vedere interrompersi la sua striscia positiva. I nerazzurri sono davvero forti. E in formissima. Hanno perso la Coppa Italia con la Juventus ma sono subito ripartiti in campionato, dove si sono qualificati aritmeticamente per la prossima Champions League. E poi a Dublino potranno schierare la squadra migliore. Scamacca, per esempio, contro i bianconeri non c’era. Ed è un giocatore che in questo momento sa fare la differenza».
La stagione del Bayer sarebbe meno succosa senza triplete?
«Vincere è sempre bello. Non credo in ogni caso che il risultato di una partita possa far cambiare il giudizio su un’intera annata. Quanto fatto a Leverkusen, dove hanno giocato bene, fatto risultati e valorizzato molti calciatori, rimarrà comunque negli annali».
Bayer-Atalanta è anche Xabi Alonso contro Gasperini.
«Un allenatore giovane ma già preparatissimo contro uno esperto. Lo spagnolo merita tanti complimenti per quello che è riuscito a far fare ai suoi. Gli applausi sono però anche per l’italiano: ha 66 anni e non molla di un centimetro. Ha il fuoco dentro…»
L’uomo del match potrebbe essere Xhaka. Granit è ormai universalmente riconosciuto come uno dei migliori al mondo nel suo ruolo; in carriera, con i club, non ha però mai vinto alcun trofeo internazionale.
«Il centrocampista è ormai un’eccellenza. Un uomo decisivo, in grado di spostare gli equilibri in fase di transizione, sia positiva che negativa. È un leader che è… alla partita della vita. Perché se è vero che i trionfi, le coppe, a livello nazionale, in Bundesliga e Premier League, gli hanno fatto guadagnare sicurezza, una coppa “europea” gli farebbe salire qualche altro gradino a livello di prestigio. Ne sono sicuro: quella con l’Atalanta è la sfida che sente maggiormente di tutta la stagione».
Perdere lo abbatterebbe?
«No, questo no. Come per il club, per quanto importante, un match non va a cambiare il giudizio su un’intera stagione. E poi Granit ha l’età e l’esperienza giuste per aver capito come superare eventuali momenti duri. Questa finale gli cambierà qualcosa solo in caso di successo: una nuova gioia gli darà ulteriore forza; una forza che speriamo possa mostrare il mese prossimo agli Europei».