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COPPA SVIZZERA/NAZIONALE«Alle altre squadre non piace più venire in Ticino per le partite»

31.05.24 - 18:21
Finale di Coppa e poi direttamente in Nazionale per la preparazione agli Europei: Albian Hajdari, il momento è intensissimo
Daniela Frutiger/freshfocus
«Alle altre squadre non piace più venire in Ticino per le partite»
Finale di Coppa e poi direttamente in Nazionale per la preparazione agli Europei: Albian Hajdari, il momento è intensissimo
«A Lugano possiamo lavorare con calma e professionalità, non ci sono continui disordini come quelli che ho vissuto nel mio ex club. Con Croci-Torti disponiamo anche di un super allenatore che ci stimola con le sue emozioni a fare bene».
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LUGANO - Campionato, finale di Coppa Svizzera e soprattutto l'Europeo alle porte, dove Albian Hajdari - per ora - fa parte della rosa allargata della Nazionale. Chiacchierata con il difensore del Lugano, che fra due giorni spera di alzare al cielo la coppa con i bianconeri, prima di "trasferirsi" in Nazionale.

Albian Hajdari, Lei è stato uno dei grandi protagonisti della stagione di Super League. È già riuscito a rendersene conto?
Avrò bisogno di qualche giorno dopo la stagione per riflettere su tutto. Sono contento di essere riuscito a ripagare la fiducia dell'allenatore e del Lugano. Del resto, vengo da una situazione difficile della mia carriera.

Lei ha svolto tutta la trafila nelle giovanili del Basilea, poi è stato ceduto alla Juventus e quindi prestato nuovamente ai renani. Come è andata esattamente? Non ti volevano a Torino?
No, al contrario. Alla Juve ho potuto imparare molto e trarre molti benefici. Mi sono allenato con la prima squadra quando avevo 16/17 anni. Ma volevo davvero completare il mio apprendistato alla Novartis per avere qualcosa in tasca per il futuro. Per questo sono andato in prestito in Svizzera.

E non c'erano prospettive per Lei al Basilea?
Se fossi rimasto lì, non sarei dove sono ora. Al Basilea ho avuto la possibilità di ricevere un'educazione calcistica, ma alla fine non ho avuto l'opportunità di fare il passo successivo.


Secondo in Super League e in finale di Coppa per la terza volta consecutiva: il Lugano è sottovalutato nella Svizzera tedesca?
Certo, è l'unico club di questa regione linguistica a essere passato in qualche modo inosservato negli ultimi anni. Ma per il modo in cui il club si è sviluppato e migliorato negli anni non dovrebbe passare inosservato da nessuno. I club non amano più venire in Ticino per le partite.

Qual è il segreto del vostro successo?
A Lugano possiamo lavorare con calma e professionalità, non ci sono continui disordini come quelli che ho vissuto nel mio ex club. Con Croci-Torti disponiamo anche di un super allenatore che ci stimola con le sue emozioni a fare bene.

L'YB alla fine ha vinto e voi siete arrivati secondi. Avete mai davvero sperato nel campionato?
Avevamo obiettivi chiari e ambiziosi prima della stagione, è su questo che ci siamo concentrati e stiamo ancora lavorando per raggiungerli. Quando l'YB ha avuto una fase di flessione, ci sono state alcune discussioni tra i giocatori, non lo nego.

Domenica c'è la finale di Coppa contro il Servette. Lei era presente quando hanno perso l'anno scorso. Volete il titolo ora?
La finale di Coppa era uno dei nostri obiettivi stagionali fin dall'inizio. Non vediamo l'ora di giocare. Nella nostra squadra ci sono molti giocatori che hanno già vinto e perso: abbiamo quindi l'esperienza che forse manca al Servette.

Dopo la finale di Coppa, si passa direttamente alla Nazionale. Come ha reagito quando ha ricevuto la chiamata da Murat Yakin?
È stata inaspettata. All'inizio Yakin ha cercato di contattarmi due volte, ma non ho visto le chiamate e non ho risposto. Abbiamo finito per parlare al telefono a tarda notte e, a causa dell'eccitazione, è passato un po' di tempo prima che riuscissi ad addormentarmi.

Entrerai in squadra tardi a causa appunto della finale di Coppa. Ciò vuol dire che non ci sarà molto tempo per dimostrare quanto vali: significa che sarai sicuramente in squadra per gli Europei?
Sarò con la Nazionale solo per due o tre giorni prima che venga decisa la rosa definitiva. Voglio conoscere tutti, ma naturalmente voglio dimostrare il mio valore in questo breve periodo e dimostrare che posso aiutare la squadra anche sul grande palcoscenico. Alla fine, l'allenatore deciderà il 7 giugno.

Quali sono i suoi punti di forza?
Non ci sono molti centrali con il piede sinistro. Direi che posso lasciare il segno con la mia fisicità e con le mie giocate, a volte coraggiose, in fase di costruzione. Cerco sempre di trovare soluzioni interessanti partendo da dietro.

I suoi compagni di squadra del Lugano, Steffen e Bislimi, le hanno già rivelato cosa le aspetta in Nazionale?
Gli schiaffi sul collo! (ride). Probabilmente sarò uno dei più giovani, se non il più giovane. Quindi sono sicuro che dovrò imparare molte cose. Sono però curioso di vedere lo spirito di squadra e l'atmosfera che si respira in Nazionale: non vedo l'ora.

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