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SENZA TRUCCO SENZA ING…ARNO«Per vincere i soldi non bastano»

24.07.24 - 07:00
«Già ora il Como potrebbe acquistare giocatori che neppure il Milan può permettersi»
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«Per vincere i soldi non bastano»
«Già ora il Como potrebbe acquistare giocatori che neppure il Milan può permettersi»
Arno Rossini: «Lo stadio, prima di tutto...».
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COMO - Belotti, Reina, forse Varane, probabilmente Arthur Melo. Tornato in Serie A dopo 21 anni, il Como ha deciso di fare sul serio. Anzi, ha deciso di continuare a fare sul serio, dando un seguito agli sforzi fatti fin dal 2019, quando la nuova proprietà, la SENT Entertainment dei fratelli Hartono, è atterrata al Sinigaglia. 

«Da allora è cambiato tutto - è intervenuto Arno Rossini - con le spalle coperte, senza più alcun problema economico, la società ha potuto lavorare con profitto. Il Como è una bella realtà, adesso pronta a sfidare le big del calcio italiano. Solo qualche anno fa, mentre ero in Valtellina, me lo ero invece trovato davanti impegnato in una partita contro il Sondrio… Un bel passo avanti, insomma».

Stanno arrivando grandi campioni non più freschissimi.
«Credo che il club, che ha una struttura importante e che sa come si fa calcio, abbia deciso di attuare questa strategia. Contare solo sui giovani - o su qualche giocatore di categoria - avrebbe difficilmente reso la squadra competitiva. Con qualche grande vecchio, ma molto grande sia ben chiaro, ha invece voluto puntare su esperienza e carisma. Chi è arrivato non mi pare voglia solo svernare…».

Ma con le figurine non vinci...
«Quei campioni, se motivati, possono aiutare a non pagare lo scotto del salto di categoria. Chiaro poi che servono solo nell’immediato; per consolidarsi si deve però contemporaneamente programmare il futuro inserendo in rosa pure elementi di prospettiva, Che saranno pronti per la prossima stagione o per quella dopo ancora». 

Tornato in Serie A, con disponibilità enormi e con dirigenti immersi nel calcio europeo: il Como può pensare di vincere presto? O, anche tra dieci anni, lo Scudetto rimarrà sempre appannaggio delle solite big?
«Dipende quanta passione avrà la proprietà. Avere fondi illimitati ed essere comunque una piazza importante non basta infatti per vincere. Servono pazienza e lungimiranza. Servono investimenti ma anche scelte giuste, così da crescere per gradi. Necessario per pensare di lottare con le big è poi avere uno stadio moderno. Parte tutto da lì. Guardate, per esempio, l’Hoffenheim, visto nel recente passato anche in Champions League: fino a 25 anni fa giocava nelle serie minori tedesche. Poi è arrivato un nuovo proprietario, ha fatto grandi investimenti, cominciando dallo stadio, e da lì tutto è venuto di conseguenza».

Per sognare in grande serve il prestigio.
«Esatto. Già ora il Como potrebbe probabilmente acquistare giocatori che neppure il Milan può permettersi. Ma i campionissimi non vanno a Como, con quel Sinigaglia lì. Servono strutture, serve prestigio. Con calma e attenzione, in ogni caso, imporsi sul panorama nazionale non sarebbe impossibile».

Un grande Como è un bene o un male per il Ticino? In questo senso ci sono due “partiti” contrapposti…
«Secondo me la ricaduta sarà assolutamente positiva. Per noi il legame con quella città è molto forte. Como è Ticino. Avere il grande calcio a un passo dal confine non potrà che farci bene».

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