«Disposizioni non chiare, ci sono validi motivi per protestare»
- «Il refuso c’è stato -ci mancherebbe- ma ci sentiamo un po’ degli osservati speciali».
BELLINZONA - Una vittoria ottenuta sul campo e un successo levato dalla commissione sportiva: un fardello ha segnato l'inizio di campionato (positivo) del Bellinzona.
La commissione disciplinare della Swiss Football League ha inflitto uno 0-3 a tavolino perché, nel match di luglio contro il Wil, i granata hanno inserito sul foglio partita otto giocatori non formati localmente. Il massimo è sette. E se questa è la regola, di margine per eventuali manovre non ce n’è.
«Il refuso c’è stato, ci mancherebbe - ci ha spiegato Brenno Martignoni, presidente dell’ACB - ma la sanzione è secondo noi fuori misura. Si va a toccare il risultato sportivo, che qui non c’entra nulla, quando, almeno questo è il nostro parere, per una manchevolezza del genere una multa sarebbe stata più confacente. Non c’è alcuna proporzionalità: ci viene comminata una pesante pena per un inciampo non grave. C’è poi un discorso di fair play anche da parte degli avversari…».
Se le regole sono queste… «Ecco, questo è il punto della questione. E su ciò abbiamo fondato la nostra posizione: una disposizione chiara in merito alla faccenda non c’è. Addirittura, il regolamento ufficiale è in due versioni: una in tedesco e una in francese, ma manca quella in italiano. E in più, le due citate non sono uguali. E per una - quella pubblicata in francese- il Bellinzona è nei criteri. Tenuto conto di ciò e del fatto che, in Svizzera, la sanzione deve essere basata sulle leggi, riteniamo di avere validi argomenti per insorgere. E per ottenere udienza alle nostre solide motivazioni».
La licenza 2023/24, l’affaire Tresor Samba, ora questo: c’è sempre grande attenzione sui movimenti dell’ACB. «In alcuni casi, come per Samba, le procedure vengono aperte su semplici proteste di un singolo. E poi le accuse si rivelano infondate. Quando le segnalazioni, invece, sono nostre (proprio Samba è andato a Thun, dove ha anche giocato un’amichevole, senza autorizzazione e prima della fine del contratto con i granata), le eccezioni cadono nel vuoto. Mi rendo sempre più conto che siamo di fronte a logiche di “due pesi due misure”. La mia non è una sterile critica o una lamentela, certo, ci sentiamo però un po’ degli osservati speciali».