Bello in Europa dopo un avvio horror in campionato, l'YB si è guadagnato con merito il pass per la nuova Champios League
Livio Bordoli: «Chapeau ai gialloneri, promossi con due prove maiuscole. Ho però visto un Galatasaray che non è squadra. Virginius, sul gol, dopo lo stop ha dato a tutti 5 metri».
ISTANBUL - La notte di Istanbul ha spalancato le porte dell’Europa dei grandi all’YB, che ha messo in ginocchio il Galatasaray guadagnandosi il pass per la fase a girone unico della Champions League. 3-2 al Wankdorf, 0-1 al Rams Park con una prova coraggiosa e tatticamente perfetta. Un colpaccio, meritatissimo per quanto visto in campo, che ha sovvertito i pronostici. Chi l’avrebbe mai detto pensando alle prime destabilizzanti e opache prestazioni dei gialloneri in Super League, dove hanno raccolto 2 punti in 5 match, incassando anche 13 gol.
«Probabilmente nessuno e mi metto in cima a questa lista… - interviene sorridendo Livio Bordoli, tecnico che nel 2015 ha riportato il Lugano nella massima serie - Mai e poi mai si poteva pensare a una partita del genere nel catino di Istanbul, vedendo come zoppicano in campionato».
E invece i bernesi hanno impressionato per dinamismo e lucidità.
«Assolutamente. Rahmen, brillante in Europa anche ai tempi del Basilea, l’ha preparata benissimo. Giocare in un ambiente del genere non era facile. E pensare che sin qui di botte Patrick ne aveva prese. Pronti, via… e sei ultimo in classifica, sommerso da critiche. Però ho visto anche un Galatasaray che non è squadra. Il classico gruppo di figurine messe lì a svernare. Il campionato turco, con le dovute proporzioni, è come quello Arabo ma trapiantato in Europa. Nel senso che puntano tanto su grandi nomi a fine carriera. Giocatori che firmano contratti faraonici senza doversi spostare fino alla Saudi Pro League. Abbiamo visto il Trabzonspor fare fatica col San Gallo, il Besiktas - e pure il Fenerbahçe di Mourinho - col Lugano. Eppure hanno un budget dieci volte superiore. Prendono giocatori sul viale del tramonto e poi pagano il conto. Ieri Monteiro & Co correvano il triplo. Virginius, sul gol, dopo lo stop gli ha dato 5 metri».
Questa prova dei gialloneri può essere un segnale forte anche per la Super League? Come se il loro campionato iniziasse ora.
«Sì e no. Attenzione perché gli stimoli fanno la differenza. Chiaramente sono da primi posti e hanno praticamente due squadre. Ora, con le casse ancora più floride (in ballo c’erano una ventina di milioni, ndr), potrebbero anche fare qualcosina in più sul mercato. Certo queste vittorie fanno bene. Se sbanchi Istanbul non penso che tu possa aver paura delle altre squadre svizzere. Anche se in Super è diverso. Ti aspettano e, dover attaccare - come dovrà fare sabato col Losanna - è diverso che difendersi e ripartire. Il mentale farà tanto. È possibile che i giocatori pensino “egoisticamente” più alla Champions, vetrina importante, che al campionato».
E a proposito di Super League, si può dire che sia tornato anche il Basilea.
«Nelle ultime partite mi è piaciuto. Con Shaqiri, Albian Ajeti e Traoré - che trovo fortissimo - stanno prendendo entusiasmo. Il livello non è ancora altissimo, ma finalmente hanno fatto un po’ d’ordine».
Tra Calafiori (percentuale sulla rivendita), Barry e Veiga dal mercato i renani hanno incassato qualcosa come una cinquantina di milioni…
«Che dire, sono stati bravi. Tanto di cappello. È quello che vorrebbe fare anche il Lugano. Con gli acquisti stanno facendo bene da anni, poi vendere è diverso e non hanno ancora pescato dei jolly del genere. Da questo punto di vista un profilo interessante potrebbe essere Bislimi».