Arno Rossini: «Tra gli impegni con l’Inter e il fiato di Kobel sul collo… Sommer ha preferito farsi da parte»
«Chi sostituirà Xherdan, Yann e Fabian avrà una fame enorme».
BASILEA - C’è la Danimarca, c’è la Spagna, non ci sono Xherdan Shaqiri, Yann Sommer e Fabian Schär. Il tempo passa e la storia va avanti, anche se alcuni dei protagonisti che hanno contribuito a scriverla hanno deciso di farsi da parte.
«Stiamo parlando di oltre 300 presenze in rossocrociato tra tutti e tre - è intervenuto Arno Rossini - stiamo parlando di un pezzo importante della storia recente della nostra Nazionale. L’addio di tre senatori è contemporaneamente doloroso e necessario. Giusto, viste le tempistiche».
Senza tre grandi protagonisti delle ultime campagne internazionali, la Svizzera sarà meno competitiva?
«Credo che non sarà più debole, che non perderà molto dalla loro uscita. Mi spiego: Xherdan, Yann e Fabian vanno solo ringraziati, il loro addio non ci trova in ogni caso impreparati. La nuova selezione sarà un po’ meno esperta, ma tecnicamente forse anche più forte. Gregor Kobel è protagonista in Bundesliga e ha giocato la finale di Champions League. In porta è una garanzia assoluta. Akanji ed Elvedi sono certezze per una difesa che non penso sentirà la mancanza di Schär. E Shaqiri… ecco, un giocatore con quelle caratteristiche al momento Yakin non ce l’ha. Però si deve anche ammettere che, pur fortissimo e sempre bello da vedere, ormai non riusciva più a reggere certi ritmi per 90’. Poi ci sono le motivazioni: maturi e forse anche sazi, i tre non potevano averle grandissime. Chi li sostituirà avrà invece una fame enorme».
Xherdan, Yann e Fabian possono avere rimpianti per la loro avventura in Nazionale?
«Credo che debbano essere soddisfatti perché, per anni, in rossocrociato hanno fatto bene. Soddisfatti con… qualche rammarico. L’eliminazione ai rigori con l’Inghilterra a Euro2024, quella con la Spagna a Euro2020, qualche altra occasione non sfruttata: con un pizzico di fortuna in più la Svizzera avrebbe potuto fare più strada nei grandi tornei».
Niente più Svizzera per concentrarsi sui club?
«Per quel che riguarda le nazionali, i calciatori “pensano su due anni”. Probabilmente i tre non se la sono sentita di programmare il loro futuro fino al 2026. Anche comprensibilmente. Schär gioca in una lega, la Premier, che fisicamente ti distrugge. Shaqiri ha scelto di tornare a Basilea, dove può stare vicino ai suoi affetti e contemporaneamente muoversi in un campionato, la Super League, nel quale può essere ancora decisivo. E questo pur “correndo” solo 45’ dei 90’ in cui sta in campo. Sommer infine ha davanti a sé una stagione lunghissima e intensa con l’Inter. A quell’età, senza avere la certezza di essere il titolare e con il fiato di Kobel sul collo, ha anche logicamente preferito farsi da parte. L’addio è stato doloroso? Può essere. Per quel che riguarda Yann, forse quello che soffrirà di più è Patrick Foletti, che per dodici anni ha lavorato al suo fianco aiutandolo a crescere e migliorare. Facendolo diventare il fortissimo portiere che oggi tutti conosciamo».