Jonathan Sabbatini: «Sono stati mesi particolari. A Belli ho trovato qualità, non possiamo nascondere le nostre ambizioni».
L’ex capitano del Lugano è pronto alla nuova sfida in maglia granata: «Gioco da 20 anni e so cos’è la pressione. Se dovessi fare male 2-3 partite c’è chi direbbe che sono finito».
BELLINZONA - In casa Bellinzona è stato il grande giorno di Jonathan Sabbatini, che al Comunale è stato presentato alla stampa dopo l'allenamento mattutino.
Il 36enne uruguaiano è stato sollecitato sul progetto granata che ha deciso di sposare e, inevitabilmente, sul suo passato al Lugano, del quale è il recordman di presenze. Il centrocampista ha indossato la maglia bianconera per 12 anni, conquistando una promozione in Super League e una Coppa Svizzera.
Come si è arrivati a questo matrimonio?
«Sono stati dei mesi particolari, di riflessione e pensieri: è una scelta che ho preso dopo aver parlato attentamente con il club e la mia famiglia - è intervenuto Jonathan Sabbatini, che vestirà il numero 4 in onore della madre, ex calciatrice che gli ha trasmetto la passione per il calcio - Ho vissuto i derby e so la passione che c’è attorno alle squadre, ma so anche qual è la realtà. Il Lugano ora è a un altro livello. Un livello che il Belli vuole magari raggiungere in futuro. Per questo non è stato un “tradimento”. Per il Lugano ho grande amore ma sono anche un professionista. Penso che se oggi sono qui è grazie a tutto il Ticino, che mi ha accolto e adottato calcisticamente. Spero sia un anno importante e positivo per tutti. Ora sono davvero contento di essere qui e ringrazio il Bellinzona per la fiducia».
I tifosi del Lugano, almeno la maggior parte, hanno capito la tua scelta.
«Ho ricevuto un affetto incredibile. Tante sensazioni positive. La gente non si dimentica quello che ho dato. Poi c'è anche chi non è d’accordo, ma è qualcosa che accetto. Sono una persona molto disponibile e che ama il dialogo. Anche noi giocatori siamo persone “normali”. Vado a fare la spesa e incontro i tifosi. Magari qualcuno non era felice del mio passaggio al Belli e me l’ha detto, ma l’ho accettato. La mia non è stata una scelta “contro” il Lugano».
A Bellinzona che gruppo hai trovato?
«Qui ho diversi amici e buona parte del gruppo già lo conoscevo. Spesso venivo a vederli. Ora, da “dentro”, non è cambiata la mia impressione. Vedo che ci sono tutti i presupposti per fare un’ottima stagione. C’è qualità. La squadra poi deve essere sempre accompagnata dalla società e uno staff importante. Qui vedo e sono convinto che si sta lavorando bene. Sappiamo che in Challenge c’è il Thun e ci sono altre squadre che possono fare un campionato importante, ma anche noi non possiamo nascondere le nostre ambizioni».
La società ti ha dato fiducia, ma allo stesso tempo le aspettative nei tuoi confronti sono alte. Facile prevedere che avrai i riflettori puntati addosso.
«Gioco da 20 anni e so cos’è la pressione. So anche bene cosa possono pensare i tifosi. Sono pronto alle critiche. Se dovessi fare male 2-3 partite c’è chi direbbe che sono finito. Mentalmente sono pronto ad affrontare una situazione del genere e non farmi fare male».
Sabbatini vuole poi sottolineare due concetti.
«Non reputo il passaggio in Challenge un passo indietro e non sono qui per fare una “passeggiata”: l’ho detto al mister e alla società. Non voglio nulla di garantito. Sono qua per guadagnarmi un posto. Anche per spingere i compagni. Se poi c’è qualcuno più bravo o più pronto in quel momento, sono pronto a stare fuori».
In tanti si sono chiesti se, senza la presenza di Bentancur, saresti lo stesso arrivato all’ombra dei Castelli.
«Sì, sarei qui ugualmente. Magari senza il Belli in Challenge sarei andato al Paradiso. Ovviamente mi sarebbe piaciuto restare in Super, ma poi, col passare del tempo e parlando con la mia famiglia, siamo arrivati alla conclusione che la scelta migliore era rimanere in Ticino. L’ACB è la scelta giusta».
Fisicamente a che punto sei?
«Non mi sono mai fermato, tranne a luglio qualche giorno per l’influenza. Mi allenavo da solo e col Vedeggio. Ora ho fatto il test col Como e so che dovrò ritrovare appieno il ritmo partita, ma sono pronto. La Coppa arriva al momento giusto».
Per aprire e chiudere la conferenza ha preso la parola anche il presidente Brenno Martignoni, che ha assunto la carica proprio 90 giorni or sono.
«Sappiamo che la strada non sarà semplice, ma vogliamo vivere una stagione da protagonisti. Vogliamo che il Belli ci faccia di nuovo sognare. Siamo entusiasti dell’arrivo di Sabbatini, che ha scelto il Bellinzona nonostante la corte di altri team e in primis del Thun. Proprio ieri, a Berna, nella prima conferenza dei club, il CEO dei biancorossi mi ha detto che ora “hanno capito chi devono temere”».