«Con la testa lo Young Boys non c’è»
«Il Lugano ha la possibilità di disputare una grande Conference League».
THUN - Superate senza quasi problemi le prime trappole incontrate in campionato e digeriti comodamente due turni di Coppa Svizzera, il Lugano è pronto a cominciare il terzo torneo stagionale. Quella Conference League guadagnata faticando, attraverso tre turni preliminari, la scorsa estate.
A differenza degli ultimi anni, quando quella europea era considerata più che altro una gita senza troppe pretese, a questo giro i bianconeri sono invece determinati a lasciare il segno. Ci credono, insomma, e fanno bene: il nuovo formato della manifestazione e le certezze accumulate in mesi di crescita sembrano infatti dare loro più di una chance di divertirsi.
«Il Lugano è davvero una bella squadra: ha tanta qualità e, ormai, grande esperienza. Penso proprio abbia la possibilità di disputare una grande Conference League - è intervenuto Arno Rossini - Delle sei avversarie che dovrà affrontare ce ne sono un paio complicate, come il Gent o il Legia; passare il primo turno e arrivare a quelli a eliminazione diretta è comunque tutt’altro che impossibile per questi bianconeri».
Il passato europeo non troppo entusiasmante?
«Il tempo trascorso, nel quale il club è cresciuto enormemente, fa la differenza. Il Lugano sta portando avanti con profitto il progetto cominciato con l’attuale proprietà. Sta crescendo costantemente e ora è solidissimo. Parte tutto da quello. Le certezze della società si riflettono infatti su tutti i suoi componenti. Sullo staff tecnico per esempio, che sta facendo un grande lavoro, e sui giocatori, che sono messi in condizione di rendere al meglio. E che… rendono al meglio».
La rosa attuale è adatta per provare a fare strada in tutte le competizioni?
«Forse Croci-Torti non ha a disposizione ventiquattro titolari, la panchina è però molto lunga. Senza Przybylko e Vladi, per esempio, ha trovato alternative efficaci. Io un nuovo attaccante, tanto per prenderlo, non l’avrei quindi preso. I bianconeri hanno insomma tante soluzioni per tante situazioni. E questo permette loro di mantenere alto il livello per tutti i 90’ di una partita. Anche dopo i cambi. Anzi, proprio con quelli a volte il mister riesce a indirizzare un confronto. Come domenica: prima quattro sostituzioni in una volta, poi dentro Steffen - avete visto cosa ha combinato Renato? - e tutto è cambiato. Bravo Mattia e bravo chi ha costruito la squadra».
Anche perché i soldi non sono sinonimo di successo.
«Basta guardare quel che sta combinando lo Young Boys, che ha un budget molto più grande di quello del Lugano».
È in Champions League…
«E per quello va applaudito. Nonostante la sconfitta contro l’Aston Villa nella prima giornata di coppa, nei preliminari i gialloneri hanno fornito grandi prestazioni. Che non sono lontanamente paragonabili a quelle "nazionali". Sulla carta i bernesi sono forti... ma poi il campo sta dicendo un’altra cosa. La Super League è ancora lunghissima, è vero; per quel che mi riguarda, non sono però più in corsa per il titolo. Aritmeticamente è tutto aperto ma a livello mentale non ci sono. E come abbiamo spesso detto, la testa non la “accendi” con un interruttore. E questo è un bel problema per Patrick Rahmen».