Mario Branda: «Sistemare il Comunale non è un'operazione di poco conto»
L’ACB non può trasferirsi temporaneamente a Lugano.
BELLINZONA - Quarto nella classifica di Challenge League a quattro punti dal terzetto di testa, il Bellinzona sembra avere le qualità, tecniche e morali, per vivere una stagione da protagonista. Sembra, tradotto, poter inseguire fino alla fine la promozione in Super League. Che sia questa diretta (vincendo il campionato) o attraverso lo spareggio (chiudendo al secondo posto). Probabile? Sicuramente possibile.
Ma se promozione fosse, dove giocherebbe l’ACB, visto che già la licenza per partecipare alla seconda categoria nazionale è stata ottenuta con tre “oneri”? E uno di questi riguarda il Comunale il quale, allo stato attuale delle cose, non potrebbe mai ospitare un match del primo livello del nostro calcio.
Della questione ha parlato Mario Branda che, chiacchierando durante “Il villaggio di Rete3”, ha spiegato che la costruzione di un nuovo stadio è fuori discussione (e anche se ci fossero le possibilità economiche, quelle “pianificatorie-urbanistiche” e la volontà politica, non sarebbe comunque completato prima di otto-dieci anni).
«Se vogliamo rimanere nell'ambito del fattibile, del realistico, l'unica via percorribile da nostro punto di vista è quella di mettere mano allo stadio attuale - ha spiegato il primo cittadino di Bellinzona - E anche questa non è un'operazione di poco conto, sia dal punto di vista dell'impostazione progettuale, sia dal punto di vista poi finanziario. Ci sono già delle ipotesi su come intervenire per avere una sistemazione che consenta, a determinate condizioni, di essere abilitati anche a un’eventuale Super League. Il tutto deve però essere studiato: per intenderci, non siamo già pronti a partire. Non è qualcosa che si può portare a termine in sei mesi».
Le tempistiche sono cruciali. Per l’ottenimento della licenza per la massima categoria, l’ACB deve muoversi già all’inizio del 2025.
«Per essere chiari, per l'anno prossimo gli eventuali lavori non saranno terminati. Dico eventuali perché stiamo parlando di un’ipotetica promozione della squadra. Non è in ogni caso detto che delle migliorie non vengano comunque apportate nel breve-medio periodo. Si deve però considerare che la Città di Bellinzona, che è proprietaria del Comunale, deve pensare a tutti i suoi impianti e a tutto lo sport, anche e soprattutto quello giovanile, che si pratica sul suo territorio».
L’unica possibilità di vedere i granata giocare “in casa” in caso di Super League è quindi legata a una deroga da parte della Swiss Football League?
«Non sono in grado di dire se l’impiantistica attuale, magari con qualche aggiustamento e in via transitoria, possa essere accettata, diciamo così, per uno o due anni dalla SFL. Di certo, qualora la squadra centrerà la promozione, noi non staremo con le mani in mano. Ci muoveremo anche cercando un confronto costruttivo con la Lega».
La benevolenza delle autorità sportive è l’unica opzione per l’ACB. Un temporaneo trasferimento a Lugano, alternativa contemplata dal mondo granata, non è infatti una strada percorribile.
«È escluso che, nella documentazione della richiesta della licenza, il Bellinzona possa indicare Cornaredo come campo sul quale disputare le partite casalinghe - ha spiegato Roberto Mazza, direttore Divisione Sport della città di Lugano - Questo è noto da gennaio, quando a farsi avanti fu il Paradiso, e da allora la nostra posizione non è cambiata. A causa del cantiere per il Polo Sportivo degli Eventi (PSE) e della costruzione della nuova Arena sportiva, il FC Lugano ha visto ridurre le superfici di allenamento a sua disposizione e già ora è costretto a muoversi sul terreno dello stadio per alcune sedute. Per questo motivo si è ritenuto opportuno evitare di concedere l’autorizzazione di utilizzare l’impianto ad altre squadre fino al termine della stagione 2025/26».