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SENZA TRUCCO SENZA ING…ARNO«Il calcio, una vacca da mungere»

16.10.24 - 07:00
«La FIFA denunciata? Una strategia per poter chiedere una fetta più grande della torta»
Imago
«Il calcio, una vacca da mungere»
«La FIFA denunciata? Una strategia per poter chiedere una fetta più grande della torta»
Arno Rossini: «La prossima stagione, una follia».
CALCIO: Risultati e classifiche

ZURIGO - Si gioca troppo. Troppi tornei, troppe partite. E a farne le spese è chi scende in campo. E chi è il burattinaio dietro il nuovo corso del pallone? La FIFA, ovviamente, che per questo è stata denunciata alla Commissione Europea.

Capeggiate dalla Liga di Javier Tebas, la European Leagues e Fifpro Europe (ovvero il sindacato dei calciatori) si sono rivoltati contro Infantino e i suoi per “abuso di posizione dominante nell’imposizione del calendario internazionale del 2025-26”. E sono arrivati a minacciare lo sciopero. 

«Hanno ragione - è intervenuto Arno Rossini - si sta giocando davvero troppo. E in futuro sarà sempre peggio. La prossima stagione comincerà con il Mondiale per club del 2025 e si chiuderà con il Mondiale allargato del 2026. Una follia».

Per una volta le Leghe stanno muovendosi a salvaguardia dei tesserati?
«Ecco, di questo non sono sicuro. Per quanto lodevole, l’iniziativa portata avanti da Tebas e dai suoi a me sembra semplicemente una strategia per poter chiedere una fetta più grande della torta. La salute degli atleti? Credo piuttosto sia una questione di soldi. Quello è il primo pensiero dei dirigenti. Sempre. Il calcio è una vacca da mungere».

Tante partite, tanti infortuni: i conti tornano?
«Per forza. E non solo perché stando in campo più spesso i ragazzi hanno più probabilità di farsi male. Soprattutto perché, giocando tanto, hanno meno possibilità di allenarsi. E allenarsi bene. Gli allenamenti servono come prevenzione e rigenerazione. Se ogni tre giorni sei però impegnato in un match, quante volte puoi preoccuparti di far “riposare attivamente il tuo fisico” o di fare un lavoro specifico per la “salvaguardia” dei muscoli? Mai, o quasi. Da qui l’aumento esponenziale di ferimenti. Di tutto ciò sono forse felici le compagnie di assicurazione: possono pensare di aumentare i premi…».

La soluzione a tutto ciò?
«Giocare meno, facile. Ma ormai non si torna indietro: il calcio sta andando dritto contro un muro. A grande velocità. Perché quello degli infortuni non è l’unico grande problema che si è creato. C’è anche quello della differenza di competitività tra grandi e piccoli club. Si gioca per vincere, giusto? Quindi, per essere sempre pronte, le società saranno costrette ad allargare le rose. Ad arrivare a gruppi da 30-35 elementi».

C’è spazio per tutti…
«Ma non funziona così. I club più ricchi potranno assicurarsi 35 ragazzi di primo livello, gli altri dovranno invece “accontentarsi” di molto meno, completando la squadra con tanti rincalzi. E così facendo saranno ovviamente sempre più distanti dai big. Già ora a vincere le grandi competizioni sono sempre le stesse sei-otto realtà, in futuro il cerchio potrebbe restringersi ulteriormente».

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