Arno Rossini: «Allegri è un professore, Motta “solo” un aspirante docente»
«Il futuro può essere suo».
TORINO - Genio o folle? Allenatore in grado di lasciare un segno sul calcio (anche piccolo, per carità) o uomo fortunato? Cos’è Thiago Motta?
A Bologna, lo scorso anno, il tecnico brasiliano ha compiuto un mezzo miracolo. Alla Juventus, quest’anno, sta sorprendendo. Nel bene e nel male. Fa scelte azzardate, alcune incomprensibili, ma spesso ci azzecca. È coraggioso o presuntuoso?
L’unica certezza è che con lui, in queste prime settimane di stagione, i bianconeri hanno divertito. Segnano tanto, vincono spesso, non mollano mai.
«Mettiamola così, è un potenziale grande allenatore - è intervenuto Arno Rossini - ha ottime idee e non ha paura di provare a metterle in pratica. Il futuro può essere suo».
Il presente?
«Rimanendo a Torino… in questo momento, a parer mio, Allegri è ancora un allenatore migliore di Motta: ha un’esperienza che l’italobrasiliano non può avere. Oggi Max è un professore, Thiago “solo” un aspirante docente. Con questa rosa “fresca”, credo che il livornese, che ha risolto situazioni difficili in momenti delicati, avrebbe potuto raccogliere più punti di quelli che ha adesso la Juve. Certo, di spettacolo se ne sarebbe visto poco…».
Però Thiago è partito bene, questo glielo si deve riconoscere.
«Propone un calcio divertente che, fino a ora, ha portato anche risultati. È un debuttante su un grande palcoscenico e per questo anche un po’ incosciente. Certo, questo lo porta a fare degli errori tattici. Contro l’Inter, domenica sera, ne ho per esempio visto qualcuno. Ma anche nelle partite precedenti ce ne sono stati».
Eppure fa punti. Una volta c’era il “cul de Sac”, che poi è diventato il “cul de Zac”. Per la gioia dei milanisti…
«Lasciamo stare la fortuna, che comunque va "aiutata". Motta ha dei colpi di genio e predilige un calcio offensivo. Ma alla Juve, non dimenticatelo, l’importante è vincere. Ovvio, meglio riuscire a farlo attraverso il gioco».
Errori tattici, gioco molto offensivo… eppure, fino all’Inter, in campionato i bianconeri non avevano incassato gol su azione.
«Perché nella primissima parte di stagione hanno potuto contare su Bremer, che reputo uno dei migliori difensori di Serie A, e perché quando difendono lo fanno tenendo il baricentro basso. Per il risultato però, vedrete, Thiago farà delle modifiche, qualche correzione all’impostazione delle partite. Magari rinuncerà un po’ all’estetica per puntare sull’equilibrio».
Estetica, equilibrio... i conti continuano a non tornare: anche così com’è la Juve non subisce molto.
«Perché la maggior parte delle squadre che l’affrontano non l’attaccano con convinzione. In Italia soprattutto c’è un po’ di comprensibile timore reverenziale. Quando però i bianconeri sfidano una big - si è visto con l’Inter - o giocano in Europa, il discorso è diverso: i ritmi sono altri e gli avversari non si fanno problemi. In quei casi, sotto pressione, la difesa è tutt’altro che solida».