Arno Rossini: «Giocatore con un potenziale enorme, che però ha grosse difficoltà a livello caratteriale e di mentalità»
«Milan senza leader veri. Gattuso gli avrebbe fatto capire che impegno ci si aspetta da lui. Con le buone o con le cattive».
MADRID - I numeri, che non mentono mai, parlano di una sola rete segnata in nove partite di campionato. Certo, Rafael Leão non è una prima punta: fare gol non è il suo mestiere. O almeno, non è la sua prima preoccupazione. Lui che ha doti tecniche e fisiche fuori dal comune e che a lungo bazzica l’area avversaria, dovrebbe però avere una media realizzativa molto, molto più alta. Ai numeri si aggiungono poi le sensazioni. Quelle, negative, vissute dai tifosi quando il portoghese non “rientra” o quando trotterella per il campo.
Lui che potrebbe dominare…
«È un giocatore con un potenziale enorme, da top-5 al mondo per intenderci, che però ha grosse difficoltà a livello caratteriale e di mentalità - è intervenuto Arno Rossini - Con lui in molti hanno avuto grande pazienza. Adesso però basta: ha un’età (è un classe 1999, ndr), è ora che decida se impegnarsi a fondo con il calcio o meno».
La pazienza sembra averla persa mister Fonseca: contro il Real Madrid l’attaccante dovrebbe essere titolare, nei match precedenti ha però fatto tanta panchina.
«Io credo che il pugno di ferro usato dal tecnico sia l’ultimo tentativo con Leão. Fino all’anno scorso, con Pioli, si era puntato molto più sulla comprensione: l’allenatore emiliano faceva un po’ da padre al giocatore. Visto che, però, l’atteggiamento non è cambiato, quest’anno si è passati alle maniere forti. E il mister non agisce da solo: per tenere fuori l’elemento più importante e costoso della rosa deve per forza di cose avere il sostegno della società».
La scelta non sembra comunque vincente.
«C’è un problema di maturità. Leão è un immaturo, uno svogliato, irritante e indolente. È un privilegiato che non apprezza quello che ha».
Pochi gol, poche emozioni.
«Quelli che vanno allo stadio, con lui quasi giocano al lotto: per vederlo impegnarsi davvero devono sperare in un colpo di fortuna. Se va loro bene e seguono la partita-sì, allora vedono un calciatore dominante. Altrimenti, se capitano in una delle tante partite-no, vedono un ragazzo senza sangue agli occhi. E uno così è fastidioso, è il peggior professionista che può capitare tra le mani dell’allenatore. O accanto ai compagni: di sicuro nel gruppo rossonero ci saranno degli scontenti».
Ci fosse stato il Gattuso di turno…
«Ecco, in questo Milan non vedo leader veri. Fosse stato in campo con Rafa, Rino gli avrebbe fatto capire che impegno ci si aspetta da lui. Con le buone o con le cattive».
Rafa ha un contratto lungo e ricco.
«Guadagna 600’000 euro al mese, 20’000 euro al giorno, già solo questo dovrebbe spronarlo a impegnarsi a fondo. In allenamento, prima di tutto. In una situazione del genere, dopo tanti tentativi infruttuosi, forse il Milan dovrebbe seriamente pensare a disfarsene».
Incassando molto meno di quanto pensato solo un paio d’anni fa.
«Ah certo, viste le prestazioni, credo che Leão non possa valere più di 30-40 milioni. Però meglio quelli e voltare pagina piuttosto che continuare in queste condizioni. Cambiare aria potrebbe poi fare bene anche al portoghese. La Spagna, la Francia: un top-club lo troverebbe sicuramente. Ma quella sarebbe la sua ultima chance…».