Pier Tami, la Nazionale e i tanti assenti: «È una grande occasione per i giocatori che solitamente giocano meno di mettersi in mostra».
Il ticinese si è anche espresso a proposito di Okafor: «Sono molto contento per il suo ritorno in Nazionale».
ZURIGO - Nella serata di venerdì la Nazionale svizzera ospiterà la Serbia a Zurigo, in occasione del quinto match del Gruppo 4 della lega A di Nations League (ore 20.45). Tre giorni più tardi gli uomini di Yakin faranno invece visita alla Spagna (ore 20.45).
Ricordiamo che la selezione rossocrociata si trova con le spalle al muro ed è a un passo dalla retrocessione nella Lega B, in virtù di 1 solo punto conquistato. Gli elvetici possono solo vincere se vogliono sperare di raggiungere la salvezza, anche perché in classifica inseguono proprio gli avversari di giornata (4). Conduce invece la graduatoria la Spagna (10), davanti alla Danimarca (7).
Per affrontare questi impegni Yakin non potrà contare su numerosi infortunati e gli ultimi in ordine di tempo Manuel Akanji, Denis Zakaria, Dan Ndoye e Pascal Loretz. «Siamo purtroppo recentemente incappati in diversi infortuni», sono state le parole del direttore delle squadre Nazionali Pierluigi Tami in conferenza stampa. «Alcuni giocatori hanno sempre tanti impegni e non hanno mai un po' di tempo libero per riposarsi, si può dire che sono stanchi e non solo fisicamente, ma anche mentalmente. Il match contro la Serbia? Se avessimo dovuto giocarci venerdì la qualificazione alla Coppa del Mondo, avremmo sicuramente potuto correre qualche rischio in più e convocare qualche giocatore non al meglio della propria forma fisica. La retrocessione non sarebbe un dramma, anche se in ogni caso il nostro obiettivo è di battere i serbi, per poter rimanere nella Lega A e continuare a misurarci con le migliori squadre europee anche l'anno prossimo. Se non dovessimo raggiungere la salvezza significa che non saremo stati abbastanza bravi».
Un successo contro la Serbia è dunque obbligatorio, anche se la situazione per quanto riguarda il reparto arretrato è alquanto precaria. «Mancherà certamente l'esperienza di alcuni elementi molto forti, ma si tratta di una grande occasione per quei giocatori che solitamente giocano meno di mettersi alla prova e di dimostrare che possono tenere il passo a questo livello. Verranno buttati nella mischia e dovranno riuscire a dare delle risposte positive. Okafor? Sono molto contento per il suo ritorno in Nazionale e per il fatto che Yakin abbia deciso di dargli un'altra possibilità. Sarebbe stato un vero peccato non poter più contare su un elemento del genere per delle questioni extra-campo».