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Il mercato invernale ha lasciato un po' di amaro in bocca a parecchi tifosi del Napoli e pure al tecnico Antonio Conte…
Giovanni Manna, ds dei partenopei: «Col mister ci siamo confrontati, è chiaro che non siamo contenti».
NAPOLI - Se Antonio Conte è un allenatore bravissimo ma notoriamente difficile da accontentare in sede di mercato, è anche vero che nella sessione invernale la dirigenza del Napoli ha fatto ben poco per rendere felice il tecnico azzurro.
I partenopei, primi in classifica davanti all’Inter, hanno perso una pedina importante come Kvaratskhelia, vedendo poi sfumare per un motivo o per l’altro diversi possibili colpi in entrata (su tutti Garnacho, Adeyemi e Saint-Maximin). Tanto basta per lasciare l’amaro in bocca ai tifosi, che si sono dovuti accontentare dell’arrivo in prestito del nostro Okafor, giocatore che potrebbe comunque rivelarsi un’arma in più sotto la gestione dello stesso Conte.
Per rispondere alle critiche è intervenuto l’ex dirigente del Lugano Giovanni Manna - ora ds dei partenopei - spiegando le dinamiche che hanno portato all’addio di “Kvara”, tra gli eroi dell’ultimo Scudetto.
«Lo ringraziamo per quello che ha dato, ma abbiamo provato a sanare una situazione complicata fin dal mese di luglio, poi anche a novembre e dicembre - ha spiegato Manna - Siamo stati costretti a cederlo a gennaio perché ci siamo quasi trovati a essere ricattati. È stata una cessione doverosa, ma non è stato fatto - come ho letto da qualche parte - per risanare il mercato estivo e il bilancio del club. Fino a 20 giorni prima di cederlo al PSG abbiamo trattato un rinnovo importante, poi la volontà del giocatore ci ha fatto prendere giocoforza un'altra strada. In questi mesi in cui è rimasto abbiamo provato a fare il massimo per trovare un accordo, ma non lo abbiamo raggiunto e non per volontà nostra. In pratica Kvara è da maggio dell'anno scorso che lavora per il PSG…».
Poi un commento su Antonio Conte, di certo non soddisfatto. «Col mister ci siamo confrontati - ha confermato Manna - È chiaro che non siamo contenti e io per primo. Forse le aspettative che abbiamo creato sono troppo alte, ma non dobbiamo sminuire un gruppo in grande crescita che sta facendo bene».
