L'esonero di Carlos Da Silva non ha stupito più di tanto l'ex numero 1 bianconero Angelo Renzetti
LUGANO - Un fulmine a ciel sereno? Non proprio... La notizia comunicata oggi dal Lugano, quella relativa all'esonero di Carlos Da Silva, arriverebbe da "lontano". Precisamente dal 23 novembre quando il club bianconero aveva emesso un comunicato nel quale annunciava di aver "rafforzato ulteriormente la struttura sportiva assegnando al tedesco Sebastian Pelzer l’incarico di Chief Sports Officer. Pelzer assumerà la responsabilità di tutti gli ambiti propri al Dipartimento Sport e sarà uno dei cinque componenti della Direzione del club. Dal canto suo Carlos Da Silva si concentrerà sul ruolo di Head of First Team e rivolgerà la sua attenzione esclusivamente alla Prima squadra, al fine di rispondere alle crescenti esigenze in questo ambito".
Ben presto i due dirigenti si sono ritrovati a svolgere praticamente il medesimo incarico, con i relativi giochi di potere che molto spesso si instaurano in questi casi. Due galli in un pollaio non possono convivere a lungo ed è così toccato a Carlos Da Silva fare le valigie.
L'ex presidente del Lugano Angelo Renzetti non è molto stupito dell'evolversi degli eventi. «Premetto che non conosco le dinamiche esatte che hanno portato il club a prendere questa decisione. Era chiaro però che, con l’arrivo di Sebastian Pelzer nelle vesti di Chief Sports Officer a partire da gennaio, lo spazio di manovra di Carlos Da Silva sarebbe diminuito. E così è successo… In qualsiasi ambito quando ci sono due persone che svolgono la stessa mansione si creano delle dinamiche scomode e molto spesso va a finire così. Le tempistiche? Quando ci sono dei problemi di rapporti è meglio risolverli subito… Vi racconto un episodio capitato all’inizio della mia avventura a Lugano: ho visto due dirigenti che svolgevano praticamente lo stesso compito litigare pesantemente nello spogliatoio perché entrambi volevano prendersi i meriti delle decisioni prese».