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Le big bussano alla porta, Nico Paz apre?

«Como ambizioso e Sinigaglia da top-3 al mondo: fossi nell’argentino non mi muoverei per 3-4 anni»
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Le big bussano alla porta, Nico Paz apre?
«Como ambizioso e Sinigaglia da top-3 al mondo: fossi nell’argentino non mi muoverei per 3-4 anni»
Arno Rossini: «Mollare la provincia per una big? Berardi ha declinato le offerte, chissà se è pentito»
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COMO - Il Como di Cesc Fabregas ha un volto ben preciso, è quello del 20enne Nico Paz, idolo assoluto al Sinigaglia.

Arrivato la scorsa estate, davanti al Lario lo spagnolo naturalizzato argentino ha ripagato la fiducia di chi aveva scommesso su di lui, replicando con i “grandi” le meraviglie già mostrate con il Real Madrid Castiglia. Per mettere sotto contratto fino al 2028 il gioiellino, il club biancoblù ha sborsato sei milioni di euro. Nell’accordo di trasferimento la Casa Blanca si è però riservata il diritto di “recompra”. Se Florentino Perez vorrà, il trequartista potrà tornare a Madrid per nove milioni prima del prossimo mercato estivo, dieci prima di quello del 2026 e undici prima di quello del 2027. In più, qualora durante la finestra di trasferimenti la società lariana dovesse accordarsi per la sua cessione, il Real potrebbe semplicemente pareggiare l’offerta e per prenotare un volo diretto Como-Madrid.

Real, Como, Inter, PSG, Manchester City… in tanti stanno monitorando la situazione. Ma lui, Nico Paz, cosa vuol fare “da grande”?
«Fossi in lui, non mi muoverei per almeno altri tre-quattro anni - ha spiegato Arno Rossini - è nella situazione giusta per continuare a crescere e diventare davvero grande. Guai ad avere fretta».

La Serie A è una bella palestra.
«E, per gli investimenti che sta facendo e il progetto che sta portando avanti, il Como è destinato ad affrontarla sempre con maggior ambizione. Quest’anno si salverà comodamente, in seguito si stabilizzerà… Una volta poi che sarà sistemato il Sinigaglia, che per il luogo dove sorge è destinato a diventare uno tra i top-3 impianti al mondo, se gli investimenti rimarranno ingenti la squadra potrà pensare di levarsi qualche soddisfazione. Ha tutto per giocare, tra qualche anno, per le prime 5-6 posizioni della classifica». 

Se una big bussasse presto alla porta di Paz, lui come potrebbe non aprire?
«Certezze che l’occasione ricapiti non ce ne sono, soprattutto nel calcio. Però... un giocatore completa il suo processo di maturazione intorno ai 24-25 anni: fino a quel punto, se ha già la possibilità di muoversi in un club solido, che fa un bel campionato e dove soprattutto ha tanto spazio, farebbe bene a non farsi ingolosire. Il Como non ha il blasone del PSG, dell’Inter, del Milan, è vero; lì l’argentino ha tuttavia la certezza di giocare sempre. E solo così, rimanendo in campo a lungo, può diventare velocemente un calciatore e un uomo vero. In una grande società partecipi magari alla Champions, certo, ma in che ruolo? Per le big a volte sei solo un nome, una figurina. Bruciarsi è un attimo».

Un ragazzo simile al gioiellino del Como, uno che ha rifiutato la chiamata ma poi è rimasto con il classico cerino in mano, è Domenico Berardi.
«Stesso fisico, stesso piede, grandi qualità tecniche, da giovane era eccezionale: l’accostamento ci può stare. All’italiano del Sassuolo manca però forse un po’ della fantasia sudamericana che invece abbonda in Paz. Ha fatto delle scelte, non so se è pentito. È un po’ quello che si diceva: l’occasione non è detto che torni».

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